Coronavirus, Veneto: un prelievo del sangue dirà se si può uscire

Test immunologici, prima al personale sanitario e alle case di riposo, diranno chi può uscire. Zaia: "Settimana cruciale, non molliamo o ci schiantiamo"

Coronavirus, Veneto: un prelievo del sangue dirà se si può uscire

Abbiamo approvato con l’università di Verona e l’università di Padova il protocollo per partire con i test sierologici“: è questo l’annuncio, definito da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, “eccezionale“, affidato ieri alla stampa, con la successiva spiegazione. Verranno fatti dei prelievi del sangue per analizzare le due immunoglobuline che dicono se l’individuo ha già gli anticorpi, se è già immunizzato e quindi può girare senza problemi.

L’invito del governatore Zaia è di non precipitarsi con chiamate agli ospedali, perché questi proseguiranno con i tamponi. Nella prima fase, sperimentale, saranno chiamati al test 54 mila dipendenti del servizio sanitario e le case di riposo. Quindi il test immunologico sarà possibile estenderlo a tutti. Il pensiero immediato di Zaia va ai lavoratori che con la certificazione potranno muoversi senza problemi.

Questa settimana è cruciale ha rivelato il governatore durante la consueta conferenza stampa -, qui ci giochiamo il futuro di questa comunità“. Saranno questi otto giorni a dare la direzione: se è quella giusta si andrà verso la discesa, altrimenti “ci schiantiamo contro un muro“. Zaia riconosce che la comunità veneta sta facendo la sua parte nel rispettare le misure restrittive, faticose ma che, secondo le proiezioni dei prossimi 5 giorni, stanno mostrando un filo di luce nel numero inferiore di ricoverati.

Il grazie per questi risultati è stato dato da Zaia ai più giovani che hanno dimostrato di avere a cuore i nonni e le persone anziane restando a casa, nonostante il desiderio comprensibile, alla loro età, di muoversi: “Ma teniamo duro“, ha sollecitato il governatore veneto. Poi, con tono amareggiato, Zaia ha parlato di chi ancora non sta alle regole suscitando in lui la tentazione di mostrare con un video cosa accade a chi s’ammala e si ritrova intubato con “il respiro forzato della cassa toracica“. Il video straziante ritrae la lotta per la vita di un giovane: Zaia non l’ha mai fatto vedere, “in rispetto delle famiglie dei malati“.

Tra i controlli sul rispetto delle precauzioni Zaia ha riferito che i tracciamenti effettuati dalla Tim dicono che i cittadini hanno rispettato la regola dello stare a casa, infatti sono stati registrati 3 milioni di movimenti in meno. Il governatore ricorda di aver inviato una lettera a tutti i prefetti perché siano elastici circa le uscite fino a 200 metri da casa: “Non può essere considerato un futile motivo respirare l’aria“, purché non ci siano affollamenti. La speranza è di aprire dopo Pasqua, ma bisogna stare con i piedi per terra, certi che rispettando le regole questo momento passerà.

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