Coronavirus, oggi 23 novembre in Italia 23.930 contagi e 630 decessi: oltre 50 mila morti da inizio pandemia

Decresce il numero di nuovi positivi a fronte di 148.945 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. Il rapporto tra positivi e test eseguiti è del 15,4%. Il Governo prevede misure restrittive almeno fino alla fine del 2020.

Coronavirus, oggi 23 novembre in Italia 23.930 contagi e 630 decessi: oltre 50 mila morti da inizio pandemia

La pandemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2 continua a mietere vittime e contagi in tutto il mondo. Oggi 23 novembre, in Italia, sono stati registrati 23.930 contagi e 630 decessi a causa del Covid-19. Sale leggermente anche il rapporto tra test effettuati e positivi, che si attesta al 15,4%. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 148.945 tamponi.

In Italia dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati superati i 50 mila morti: per la precisione questi ultimi sono 50.453. I casi attualmente positivi sono 796.849. Di questi, 34.697 sono i pazienti ricoverati in ospedale con sintomi e 3.810 quelli in terapia intensiva. Un altro dato incoraggiante oggi viene proprio dai ricoveri in terapia intensiva, che sono 9, mentre quelli nei reparti ordinari ammontano a 418 nelle ultime 24 ore.

La regione più colpita resta la Lombardia

L’epidemia sta facendo sentire i suoi maggiori effetti in Lombardia, che resta la regione italiana più colpita dal coronavirus Sars-Cov-2. Nella giornata appena trascorsa sul territorio lombardo si registrano 5.289 nuovi positivi. La situazione in Piemonte va stabilizzandosi, con 1.730 contagi riscontrati nelle ultime 24 ore. La Campania fa registrare invece 2.158 positività oggi 23 novembre. Calano leggermente i contagi anche in Puglia, dove il bollettino epidemiologico regionale ha fatto registrare altri 980 contagi. La situazione viene costantemente monitorata su tutto il terriotrio nazionale dal Governo e dal Ministero della Salute, che continuano a sensibilizzare la popolazione sui corretti comportamenti da seguire per poter evitare il contagio.

Con il Dpcm del 4 novembre Palazzo Chigi ha introdtto nuove regole per poter contenere la pandemia. L’Italia è stata divisa in tre fasce di rischio, ovvero rossa, arancione e gialla. In zona rossa si trovano le regioni Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta, Calabria e Provincia autonoma di Bolzano: qui è in vigore un lockdown totale, ma l’Esecutivo centrale a breve potrebbe allentare le restrizioni almeno in queste aree, che ormai da due settimane mostrano una decrescita dei contagi. Se così sarà queste regioni potrebbero entrare in fascia arancione a partire dal 27 novembre, data in cui arriverà il monitoraggio settimanale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il Governo ritiene che vi debbano essere restrizioni fino a fine 2020

“L’andamento più recente dei contagi evidenzia un rallentamento del ritmo di diffusione dell’epidemia”. Lo scrive il Governo nella relazione presentata al Parlamento circa la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio pari a 8 miliardi di euro per fronteggiate l’emergenza Covid. Dall’Esecutivo fanno sapere a tal proposito che ci sarà bisogno di adottare misure restrittive almeno fino alla fine del 2020, questo per fare in modo di contrastare al meglio l’epidemia.

“Con 600-700 morti al giorno parlare di cenone è fuori luogo, lo dico con grande chiarezza” – questo è l’avviso del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, riportato da SkyTg24. L’uomo ha visitato nella giornata di oggi 23 novembre l’ospedale da campo allestito a Barletta, in Puglia, dove si provvederanno ad accogliere i malati Covid. Il nosocomio è stato realizzato anche con l’aiuto dei militari del Battaglione San Marco.

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