Coronavirus, i medici hanno rifiutato l’assunzione: "Troppo pochi soldi"

Nonostante lo stato carenziale di personale sanitario, alcuni medici hanno rifiutato il contratto di lavoro, in quanto il compenso è stato ritenuto troppo basso rispetto alle aspettative.

Coronavirus, i medici hanno rifiutato l’assunzione: "Troppo pochi soldi"

Il bollettino del Coronavirus non appare dei più rosei, in un momento del genere, dove il picco non sembra ancora raggiunto, tante sono le regioni bisognose di medici, di infermieri ed altre figure sanitarie, tra cui la Lombardia in particolar modo. Per far fronte alla inevitabile crisi di personale, sono stati infatti richiamati in trincea medici oramai in pensione.

Si assiste dunque ad una vera e propria chiamata alle armi, tanto che per cercare di tamponare l’emorragia sanitaria, sono stati inviati medici cubani, per fronteggiare lo stato di emergenza, soprattutto in Lombardia. Numerosi sono stati anche i contratti di lavoro a tempo determinato, messi a disposizione per i giovani medici che hanno intenzione di entrare nel mondo nel lavoro, tramite una sorta di “battesimo di fuoco”.

Tanti sono i medici che hanno risposto con positività all’iniziativa lavorativa: soprattutto in Campania, tra Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento, si sono registrati tante richieste di lavoro. Nonostante questo però, pare che di recente sia avvenuto un fatto alquanto increscioso, che ha visto come protagonisti alcuni anestesisti specializzandi, che hanno di fatto rifiutato il suddetto contratto semestrale per combattere il Coronavirus.

Un “vile comportamento“, così si è espresso Ciro Verdoliva, il direttore generale della principale Azienda Sanitaria Locale di Napoli, che spiega l’accaduto con dure parole, affermando che i medici in questione, una volta letto il contratto, hanno rifiutato di sottoscriverlo, spiegando: “I quattro specializzandi non hanno accettato l’incarico evidenziando che il trattamento economico riconosciuto è inferiore alla loro aspettativa.

Verdoliva aggiunge: “Sono molto amareggiato e dispiaciuto che in un momento difficile per il nostro Paese tali lavoratori anziché correre alle armi pongono una questione economica al rialzo“. Appare quindi deluso Verdoliva da un simile comportamento, ritenuto oltremodo scorretto e privo di etica.

A quel punto il direttore si rivolge al prefetto e al governatore: “Rimetto a voi ogni valutazione conseguenziale, oltre alla commiserazione per tale vile e vergognoso comportamento di tali ‘professionisti’ che dovrebbero rappresentare il futuro del nostro Paese“.

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