Coronavirus: droplet, la distanza di sicurezza per evitare il contagio

Il decreto del governo spiega, Regione per Regione, quali regole devono essere osservate per non essere contagiati dal Covid-19. Tra queste la distanza di sicurezza.

Coronavirus: droplet, la distanza di sicurezza per evitare il contagio

Per affrontare l’emergenza del Coronavirus Covid-19 è necessario rispettare alcune regole, che tengano conto delle diverse situazioni nelle varie Regioni. Lo ha stabilito Giuseppe Conte, presidente del Consiglio nella serata del 1° marzo 2020 varando un nuovo decreto dopo una giornata di riflessioni e discussioni.

Lezioni ancora bloccate negli asili, scuole e università delle regioni Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e anche in due Province, Pesaro-Urbino e Savona; in quest’ultima le attività riprenderanno mercoledì. Resta ancora sospeso il Piemonte, per il quale si deciderà tra oggi e domani.

Dropet, la distanza di sicurezza

Il nuovo decreto Coronavirus introduce il criterio della “distanza di sicurezza“. Tra una persona e l’altra si deve tenere la distanza di un metro. Solo salvaguardando questo criterio si potranno visitare i musei e i luoghi di cultura che, aperti al pubblico, provvederanno a una “fruizione contingentata“, in modo da evitare gli “assembramenti” e permettere ai visitatori di rispettare la distanza stabilita dal decreto.

La misura di sicurezza, in inglese, è chiamata “droplet“, ossia “gocciolina” e indica quale sia la giusta distanza che assicura che le “goccioline di saliva” che vengono emesse parlando, tossendo o starnutendo, disperdendosi nell’aria non arrivino alle persone vicine. In realtà, secondo gli esperti, la misura della distanza di sicurezza sarebbe molto più ampia. “L’infettivologo Massimo Galli dell’Università di Milano-Ospedale Sacco e Giovanni Rezza dell’Istituto superiore di Sanità spiegavano che la distanza da mantenere è di 1,82 metri“, si legge in corriere.it.

Piazza San Pietro, in Vaticano, domenica scorsa all’Angelus aveva già applicato la regola del “droplet“. Scrive il Corriere della Sera online che “i controlli erano effettuati uno per volta mantenendo sempre una distanza di sicurezza di uno-due metri tra le persone”. Probabilmente le chiese e gli esercizi pubblici chiusi per l’emergenza Coronavirus potranno essere riaperti rispettano la distanza minima tra un fedele e l’altro, tra un cliente e l’altro.

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