Coronavirus, bando per task force medici: ne avevano chiesti 300, hanno risposto in 8000

Sono 8.000 i medici che hanno risposto al bando lampo per una task force da utilizzare negli ospedali delle zone più colpite dal Coronavirus ed in difficoltà.

Coronavirus, bando per task force medici: ne avevano chiesti 300, hanno risposto in 8000

I medici e gli infermieri che combattono in prima linea contro il Coronavirus sono stanchi e feriti sia nel fisico che nell’animo ma, nonostante ciò, sono sempre più determinati a rimanere ai loro posti in trincea. Anche se il Covid-19 non è ancora sconfitto, c’è una nota che solleva, cioè quella dell’impegno senza tregua dei sanitari delle zone più colpite del Nord Italia, che non smettono mai di stare al fianco degli ammalati e delle loro famiglie. 

Molte delle persone morte finite in terapia intensiva a causa del Coronavirus sono andate via senza poter vedere per l’ultima volta i loro cari, quest’ultimi sostituiti per l’ultimo saluto dai medici e dagli infermieri che li avevano presi in cura. Scene strazianti, infinitamente tristi che lacerano il cuore e l’anima.

8.000 medici rispondono all’appello 

Sono stati circa 8.000 le candidature di medici che nelle ultime ore hanno risposto al bando lampo diramato dal governo per reperire 300 medici da inviare negli ospedali delle zone più colpite dal virus. “È la risposta migliore di cui noi italiani possiamo andare fieri“, ha detto dice il premier Conte.

Giovani e anziani medici che andranno a far parte della task force destinata alle Regioni del Nord riceveranno una diaria giornaliera di circa 200 euro, oltre all’alloggio gratuito. Sulla scorta delle indicazioni presenti nell’ordinanza numero 654 emanata dal capo della Protezione Civile lo scorso sabato, i membri di questa nuova task force sanitaria affiancheranno i colleghi che dopo settimane di battaglia sono ormai allo stremo. 

L’Ordine dei Medici della Regione Piemonte ha scritto una lettera chiedendo al governo di intervenire in tempi brevi poiché se la situazione ora è grave, nei prossimi giorni sarà drammatica in considerazione della scarsità di posti letto in rianimazione così come nei reparti. In quasi tutta Italia i soldati di Ippocrate lamentano la mancanza di adeguati dispositivi di protezione, che non si riducono soltanto alle mascherine, ma anche a camici, guanti e tanto altro.

I medici dell’Ospedale Parini di Aosta sono stati, infatti, costretti ad indossare per proteggersi i sacchi usati abitualmente per gettare i rifiuti, al posto dei camici idrorepellenti.

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