Corigliano Rossano, onlus degli orrori: tre arresti

Arrestate tre persone impiegate in una onlus di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, accusate di violenze e minacce ai danni di ragazzi disabili

Corigliano Rossano, onlus degli orrori: tre arresti

Sono state arrestate e poste ai domiciliari tre persone impiegate in una onlus di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, accusate di violenze, minacce e vessazioni ai danni di ragazzi disabili ospiti di un centro specializzato atto alla cura e alla protezione dei più deboli, e trasformatosi invece in un luogo di orrori infernali.

I poveri ragazzi, innocenti e indifesi, ospiti di un centro diurno, vivevano invece in un clima di terrore dove subivano quotidianamente umiliazioni, maltrattamenti, botte fisiche e ingiurie verbali, in particolare da due operatori sociosanitari e da una educatrice, formatosi professionalmente per la cura e il recupero delle persone in difficoltà.

I carabinieri del reparto territoriale di Corigliano-Rossano hanno dato così esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare dei tre indagati, disposta dal Gip di Castrovillari, dopo i gravi riscontri degli inquirenti che hanno permesso di ricostruire il sistematico ricorso ai metodi coercitivi dei tre soggetti nei confronti dei loro malcapitati e sfortunati assistiti.

Secondo il pm di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, non si è trattata di una distorta visione educativa ma di un crudele sfogo ai più biechi e “sadici istinti” presumibilmente al fine di consolidare il proprio potere gerarchico all’interno della struttura, alternando intimidazioni, attacchi aggressivi, “nonché la famigerata terapia del dolore, utilizzata in particolare su una delle vittime”. Mentre gli altri impiegati che non partecipavano alle pratiche malsane in atto, restavano indifferenti e distaccati, senza nessun tentativo di intervento per impedire che tutto ciò accadesse.

In questo scenario sociale e umano raccapricciante ne viene fuori non un singolo e occasionale episodio, ma un vero e proprio modus operandi della pura follia ai quali i ragazzi psichicamente fragili dovevano sottostare, quasi un “sistema ordinario” che le forze dell’ordine attraverso i dovuti appostamenti, le puntuali registrazioni e le inconfutabili intercettazioni ambientali, hanno potuto ricostruire a partire dall’autunno dello scorso anno.

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