Già dal 2013 l’istituto dei Frati Francescani dell’ Immacolata risulta commissariato per presunte irregolarità ma ora emergono novità sconcertanti su ciò che accadeva nell’istituto fondato da padre Stefano Manelli.
Alcune suore hanno denunciato di essere state vittime di abusi, vessazioni e violenze di vario genere, sia psicologiche che fisiche e di essere state indotte anche a prostituirsi.
Amalia De Simone del Corriere della sera ha svolto un’accurata inchiesta sulla vicenda ed ha raccolto le testimonianze di due di queste suore. Queste testimonianze sono state depositate presso la Procura di Avellino, dove è in corso anche un’altra indagine per truffa e falso.
La prima donna mostra un documento risalente alla notte del 31 maggio 1993; in questa occasione, da quanto riferisce la donna, diverse suore furono coinvolte in un rituale per giurare obbedienza e fedeltà a padre Manelli. Questo rituale prevedeva il “rito della pungitura”: a ciascuna suora fu punto il dito ed ordinato di scrivere, con il sangue fuoriuscito, una preghiera su una cartolina. La seconda suora mostra la foto di un’altra atrocità che subivano, la marchiatura a fuoco del cristogramma “ihs” sul petto.
Dalle testimonianze delle due donne, ma anche di altre suore, emerge un ambiente nel quale le donne subivano vessazioni di ogni genere. Erano costrette a mangiare cibo scaduto, impossibilitate a curarsi ed etichettate come “pazze” nel caso lamentassero un qualsivoglia malessere fisico, obbligate a leccare i pavimenti ed istigate a prostituirsi con facoltosi benefattori dell’istituto.
Artefice di questi trattamenti sarebbe il co-fondatore dell’ Istituto, padre Stefano Manelli, accusato in prima persona di aver abusato delle suore. L’avvocato di padre Manelli, Enrico Tuccillo, respinge tutte le accuse e definisce il suo assistito un perseguitato. Secondo l’avvocato Tuccillo padre Manelli è un uomo dalle spiccate qualità morali, al punto di paragonarlo a San Francesco e San Pio. L’avvocato ha inoltre affermato di aver presentato tre denunce per calunnia presso la Procura di Avellino che, si spera, faccia a breve chiarezza sulla vicenda.