Un fenomeno grave che negli ultimi duecento anni ha solo due precedenti: la fine della terza guerra d’Indipendenza nel 1867 e l’arco temporale tra le due grandi guerre, nel 1918. Dato incontrovertibile sono i nuovi nati, che al sud hanno toccato il minimo storico delle 177mila unità, un livello così basso risale niente di meno che al 1861. Secondo il rapporto Svimez, andrà ancora peggio ed è ancora il sud ad esserne interessato poiché nei prossimi anni subirà un vero e proprio stravolgimento demografico che porterà la perdita di 4,2 milioni di abitanti.
Anche i dati economici non sono incoraggianti, mentre al Centro-Nord non è prevista crescita, il sud subirà un tracollo del 1,5% e con queste stime il 2014 si attesterà come il settimo anno in cui si registra una recessione del Sud. Di certo non è più una stima ma un dato di fatto che nel 2013 il Pil del Mezzogiorno è crollato del 3,5%, peggio del 2012 quando si fermò a -3,2%. L’istituto per lo Sviluppo dell’Industria del Mezzogiorno punta il dito tra l’altro sull’ulteriore perdita di posti di lavoro, sul calo di esportazioni e non ultimo quello dei redditi che l’anno scorso hanno bollato un -0,6%. Se si considera l’arco temporale tra il 2008 e il 2013 il calo reddituale è stato del 15% e quello occupazionale di circa 800mila lavoratori.
Durante un convegno Svimez tenutosi a Montecitorio un gruppo di Vigili del Fuoco precari sono entrati con megafono alla mano urlando: “siamo stanchi chiediamo lavoro e diritti”, il loro leader ha spiegato: “veniamo da tutta Italia siamo in 20 mila con contratti a termine di venti giorni e chiediamo la stabilizzazione“. Intanto il sottosegretario Graziano Delrio prometteva di aprire un tavolo di trattative con i ministro Poletti.
Le proposte avanzate dallo Svimez mirano ad una nuova politica industriale nazionale specifica per il meridione così in affanno. Con quest’emergenza sociale e un così grave crollo occupazionale, il livello è il più basso dal 1977, si va incontro ad una probabile desertificazione industriale, non è più rinviabile una strategia di sviluppo nazionale che sia centrata sul Mezzogiorno prevedendo un’azione strutturale sul medio e lungo periodo.
Nichi Vendola, governatore della Puglia, manda al mittente la fotografia di un sud incapace di utilizzare i fondi Ue: “c’è una diffamazione costante del Sud – ha tuonato nel convegno Svimez – la mia Regione è la migliore per performance di spesa comunitaria, tra le tre peggiori c’è il Piemonte. La verità è che i trasferimenti dello Stato verso il Sud sono andati a diminuire e i fondi strutturali che dovevano essere aggiuntivi hanno finito per surrogare i mancati trasferimenti dello Stato”.