Il cantante trapper e neomelodico Niko Pandetta, è stato condannato a 4 anni di reclusione per spaccio di droga dalla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’artista, e ha reso irrevocabile il verdetto della Corte d’Appello che la scorsa estate aveva già emesso una condanna a 4 anni per il nipote del presunto capomafia Turi Cappello. La pena era stata concordata tra le parti. Adesso è arrivato il parere della Cassazione appunto.
Come si ricorderà, Pandetta era finito nel registro degli indagati a causa di una rissa con sparatoria avvenuta la scorsa primavera fuori dall’Ecs Dogana club, al porto di Catania. Secondo l’accusa il Pandetta avrebbe fomentato uno scontro tra due gruppi di giovanissimi che farebbero riferimento alle cosche mafiose Cappello e Mazzei. In quell’occasione a Niko sarebbe stata negata una esibizione.
Le accuse e la condanna
Anche per altri sette imputati nel processo in questione la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato, e quindi sono stati anch’essi condannati. Per gli altri imputati invece la Cassazione ha dichiarato irrevocabile la responsabilità penale sui reati di droga contestati ma ha rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello di Catania per rideterminare la pena finale.
Ad inchidare Pandetta e gli altri indagati sarebbero state una serie di intercettazioni poste in essere dagli inquirenti dalla Squadra Mobile di Catania che riuscirono a far luce su un presunto sodalizio criminale dedito al narcotraffico gestito da Sebastiano Sardo, detto Occhiolino, diventato collaboratore di giustizia nel 2017 poco prima che scattasse il blitz Double Track.
Gli inquirenti sono arrivati a stabilire che la droga venisse trasportata in auto. Nelle prossime ore si potranno sicuramente conoscere ulteriori dettagli su quanto avvenuto e sulla condanna inflitta a Niko Pandetta, che è uno degli artisti più seguiti soprattutto dai giovanissimi da Nord a Sud.