L’elezione di un nuovo Papa, come quella in corso al Conclave 2025 iniziato il 7 maggio, non è solo un evento spirituale e liturgico, ma anche un’operazione complessa che comporta costi significativi per il Vaticano e lo Stato italiano. Dopo la morte di Papa Francesco il 21 aprile, i 133 cardinali elettori si sono riuniti nella Cappella Sistina per scegliere il 267esimo Pontefice, ma la fumata nera di ieri sera indica che l’elezione potrebbe protrarsi, aumentando le spese giornaliere. Analizziamo i costi, le curiosità e il contesto storico di questo evento millenario.
Organizzare un Conclave è un’impresa costosa. Secondo dati storici, nel 2005 il Conclave per l’elezione di Benedetto XVI costò al Vaticano circa 7 milioni di euro, coprendo spese come i voli e l’alloggio per i cardinali (sebbene i cardinali paghino i propri viaggi), la preparazione della Cappella Sistina e della Domus Sanctae Marthae, e i servizi di supporto per medici, cuochi e personale. Nel 2013, anno dell’elezione di Francesco, il Vaticano non ha pubblicato cifre specifiche, ma il bilancio annuale ha registrato un deficit di 24 milioni di euro, segno delle difficoltà finanziarie della Santa Sede.
Per il Conclave 2025, il portavoce vaticano Matteo Bruni ha sottolineato l’assenza di sponsor esterni, lasciando il peso economico interamente sulle spalle del Vaticano, già in rosso con un deficit stimato di 30 milioni di euro nel 2022. Ogni giorno di votazioni aggiuntive – con quattro possibili scrutini giornalieri – comporta costi crescenti per vitto, alloggio e logistica.
Secondo i Patti Lateranensi del 1929, l’Italia contribuisce alle spese di sicurezza durante il Conclave. Nel 2013, il Comune di Roma spese 4,5 milioni di euro per sicurezza, trasporti pubblici e gestione dei visitatori, come dichiarato dall’allora sindaco Gianni Alemanno. Per il 2025, il governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha stanziato 5 milioni di euro iniziali, ma il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ha precisato che i costi totali non sono ancora definiti.
Con 45.000 persone in Piazza San Pietro ieri e migliaia di turisti attesi, l’impegno italiano include migliaia di agenti di sicurezza, vigili del fuoco e funzionari pubblici, un investimento necessario per garantire ordine e sicurezza. La durata del Conclave incide direttamente sui costi. Storicamente, il più lungo fu quello di Viterbo (1268-1271), durato quasi tre anni: i cardinali, bloccati da rivalità politiche, furono rinchiusi, privati di cibo e con il tetto del palazzo rimosso per costringerli a decidere, portando all’elezione di Gregorio X.
Al contrario, il Conclave del 1503 elesse Giulio II in sole 10 ore, il più rapido della storia. Negli ultimi 60 anni, i Conclavi sono durati in media 2-3 giorni. Ogni giorno in più nel 2025 significa spese aggiuntive per il Vaticano, stimate in centinaia di migliaia di euro, considerando i costi cerimoniali e logistici.Il Conclave 2025, il più internazionale di sempre con cardinali da 71 paesi, ha già generato curiosità, come il gabbiano sul comignolo della Sistina, diventato virale sui social. Economicamente, Roma beneficia di un indotto significativo: hotel, ristoranti e negozi registrano un boom di prenotazioni, con alcune stanze arrivate a costare 2.500 euro a notte durante i funerali di Francesco. Questo afflusso di fedeli e turisti compensa in parte i costi, ma non per il Vaticano, che non trae benefici diretti.