Gabriel Robert Marincat, il giovane di 26 anni accusato di aver abusato e ucciso la piccola Sharon di 18 mesi l’11 gennaio scorso a Cabiate, in provincia di Como, è stato condannato all’ergastolo in primo grado. Il pm Antonia Pavan ha da sempre sostenuto l’accusa di omicidio volontario. Queti i fatti in sintesi. L’11 gennaio 2020 Marincat si trovava da solo in casa con la bambina, mentre l’ex compagna dell’uomo e madre della bimba era a lavoro. Nei primi attimi si è pensato ad un incidente domestico, anche perchè fu il 26enne a chiamare i soccorsi, affermando che che alla bimba fosse caduta la stufa sopra mentre stava giocando.
Dopo il misfatto Marincat avrebbe incontrato una persona, precisamente il suo spacciatore, con il quale si era confidato di aver combinato un guaio. Nel frattempo i magistrati scoprirono come erano andati realmente i fatti, accertando che la piccola era stata abusata e poi uccisa in un “contesto di assoluto orrore”.
La lettera della madre
Davanti ai magistrati l’uomo in un primo momento ha confessato quanto commesso, e in una delle udienze durante il processo penale a suo carico ha affermato che quel giorno era nervoso. Dobbiamo precisare che il processo si è svolto a porte chiuse, questo anche per la delicatezza della vicenda.
“Come me ti fidavi e come me sei stata tradita… quel maledetto pomeriggio dell’11 gennaio, ho chiamato tante volte e sono stata ingannata” – queste sono le parole commoventi che la madre della bimba ha scritto in una lettera indirizzata alla figlioletta deceduta. La donna è ancora sconvolta per quanto avvenuto.
“Dammi la forza di non arrendermi. Stammi accanto ora che ho perso ogni certezza. Ti ho avuta che ero ancora ragazza e hai subito illuminato la mia vita. Ti ho custodita tra le mie braccia e cullandoti mi immaginavo un futuro dove saremmo cresciute insieme, io mamma e tu figlia” – così conclude la madre nella lettera alla piccola Sharon.