Coltivare marijuana sul proprio terrazzo non è reato

Per un giudice della Corte d'Appello di Cagliari si tratta di uso personale e quindi non punibile

Coltivare marijuana sul proprio terrazzo non è reato

Precedente importante per i reati legati alla droga. Secondo una sentenza della Corte d’Appello di Cagliari, coltivare marijuana sul proprio terrazzo non è reato. La decisione riguarda un giovane sardo, D.D., che è stato assolto dalla Corte perché si tratta di uso personale.

I fatti risalgono al 2007, e in questi anni, il giovane è stato prima accusato e poi rinviato a giudizio. La prima sentenza del settembre del 2007 aveva affermato l’assoluzione, così come la seconda. La Cassazione però aveva deciso per un rinvio del processo al Tribunale di Cagliari. Lì D.D. è stato condannato a 6 mesi di reclusione più una multa di 1400 euro. Questa sentenza è stata poi appellata e ha visto il giovane assolto perché il fatto non sussiste. Per l’Italia si tratta di un fatto importante, dato che danni si parla se legalizzare o no la marijuana o altre droghe leggere. Tanti i personaggi del mondo dello spettacolo e della musica che si sono schierati a favore o contro. Così come nella medicina. In politica fra i contrari c’è Carlo Giovanardi, senatore del Nuovo Centrodestra, recentemente protagonista di una scontro con Fedez al programma “Anno Uno”. Di parere contrario i Radicali Italiani, che lo scorso anno hanno raccolto le firme (seppur senza successo) per un referendum per la depenalizzazione delle droghe leggere, fra cui la marijuana.

“La sentenza di settembre dello stesso anno – spiega l’avv. Gallus, difensore del giovane – era stata emessa dal giudice Giuseppe Pintori sul presupposto che si trattasse di coltivazione domestica, equiparabile all’uso personale e, pertanto, priva di rilevanza penale”. Quella decisione aveva avuto un rilevante clamore mediatico e in seguito la Procura Generale di Cagliari aveva proposto ricorso, accolto dalla Cassazione che aveva annullato l’assoluzione. “Infatti – prosegue il legale – era intervenuta una sentenza delle Sezioni Unite, che ha stabilito il principio secondo cui costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche se per uso personale”. “Per la Cassazione -conclude- era irrilevante, ai fini della sussistenza del reato, la distinzione tra coltivazione tecnico-agraria e coltivazione domestica”. Fra 15 giorni sapremo le motivazioni della sentenza, anche se c’è da immaginare che questo fatto susciterà scalpore.

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