È una mattina piuttosto fredda a Colloredo di Montalbano, paesino adagiato tra i vigneti friulani, dove scrisse le sue opere Ippolito Nievo. Maurizio è appena uscito dalla sua casa in campagna, quando sente un colpo di arma da fuoco. A qualche centinaio di metri davanti a lui, lungo il sentiero che porta in paese, vede una Fiat Panda scura, con le portiere anteriori aperte. Poi altri tre colpi in rapida successione. Il corpo di un uomo disteso a terra, accanto alla vettura. Una donna di colore avanza verso di lui, zoppicando con una vistosa fasciatura al ginocchio sinistro. Ha sangue un pò dappertutto.
Quando i due si ritrovano faccia a faccia, lei chiede l’indirizzo esatto, è al telefono con il 118. L’uomo domanda cosa è successo, e la sconosciuta risponde con un flebile tratto di voce: “Si è sparato… gli ho sparato”. Il corpo, ormai senza vita, è quello di Enzo Minisini, 75 anni. La donna, una 43enne di origine etiope, è stata raggiunta da tre colpi, due alla schiena e uno a una gamba. Ricoverata in gravi condizioni ,all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, ma non è in pericolo di vita.
Da quelle parti, un luogo appartato e lontano da occhi indiscreti, sembra che i due si incontrassero spesso. C’è chi dice che erano amanti, chi solo amici. Entrambi divorziati, Enzo padre di quattro figli, la donna ferita madre di due. Il sindaco di Colloredo, Luca Ovan, descrive il Minisini come “..una persona buona, che aiutava le persone, non c’era una relazione tra i due”. In questi anni Minisini era rammaricato per il divorzio, a suo dire causato dagli anni di lontananza in Africa per lavoro.
Secondo una prima ricostruzione, fornita dalla donna, Minisiti le avrebbe sparato mentre tentava di fuggire e successivamente avrebbe puntato la pistola alla tempia, togliendosi la vita. L’arma, una calibro 7,65 priva di numero di matricola, è stata ritrovata in mezzo ai vigneti, non molto lontana dalla scena del crimine. Gli investigatori hanno usato un metal detector per rinvenire i bossoli dei colpi sparati.
Questo sta facendo ipotizzare agli inquirenti, anche una dinamica differente. Non escludere che si sia verificato il contrario, con la donna che, dopo essere stata colpita, abbia rivolto l’arma verso l’uomo e lo abbia ferito a morte. Una esecuzione, perché Minisiti aveva un foro di proiettile alla testa.