Durante l’inaugurazione per la mostra dei 100 anni della bottiglietta più famosa del mondo, la multinazionale presenta un progetto ambizioso. Non c’è soltanto l’orgoglio per una storia secolare nel padiglione della Coca Cola. L’odiata, dai suoi numerosi antagonisti, multinazionale delle bibite gassate rivendica la sua svolta ecologica, se non proprio ecologista. E una nuova “responsabilità sociale”. E agli attacchi di chi contesta la sponsorizzazione ad Expo contrappone i numeri del nuovo impegno ambientalista: a partire da quelli del nuovo progetto “Ekocenter”, che si propone di fornire acqua purificata a migliaia di abitanti dell’Africa in aree che ne sono prive; per continuare con i milioni di dollari investiti per arrivare, entro pochi anni a produrre bottigliette al 100% a base di ecoplastica.
Va detto che l’acqua viene distribuita gratuitamente a chiunque la chieda nelle 12 postazioni Ekocenter già inaugurate nel cuore del Continente Nero, in Ruanda, dalla Company, come nelle altre presenti in Vietnam nei pressi di Ho Chi Min City . La gestione di questi bar modulari che funzionano anche da stazioni di filtraggio e perfino dissalatori d’acqua, grazie ad un impianto solare ideato dalla eco star up tedesca Solarkiosk, è affidata alle donne locali, nell’ambito del progetto filantropico “5by20“, che punta a trovare lavoro a 5 milioni di donne imprenditrici entro il 2020 ed ha dato vita ad un brand di vestiario e accessori, Ekocycle, creati unicamente con fibre plastiche riciclate; nonché a collezioni di oggetti fabbricati da piccole cooperative di donne usando le linguette delle lattine o altri elementi riciclabili.
Come con i chioschi in Ruanda, la Company ha avviato progetti solidali nelle Filippine, progetti di agricoltura sociale in Colombia e Guatemala e di accesso all’acqua in Est Malesia e Borneo. Con i suoi partner di 250 centri di imbottigliamento, ha poi avviato in 200 Paesi progetti di protezione dell’ambiente, con la riduzione delle emissioni nel 5% già nel 2015, e sostegno all’agricoltura sostenibile, di riduzione degli imballaggi, di gestione responsabile della risorsa acqua. La multinazionale spenderà 100 milioni di dollari per ridurre delò 25% le sue emissioni di C02 entro il 2020.