Cinese fermato alla dogana con 53.000 euro in contanti

Un imprenditore cinese è stato fermato alla dogana Svizzera, mentre tentava di entrare in Italia con 53.650 euro in contanti nascosti in un trolley. Sequestrata la metà del bottino che eccedeva i 9.999 euro, ora si attende la maxi-multa

Cinese fermato alla dogana con 53.000 euro in contanti

Un giorno, un doganiere chiese ad un sofisticato letterato irlandese: “Anything to declare?” (“Nulla da dichiarare?”); per tutta risposta, l’ufficiale si sentì ribattere una frase che venne consegnata alla Storia: “I’ve nothing to declare, but my genius”. Letteralmente: “Non ho nulla da dichiarare, tranne il mio genio“. Se Oscar Wilde in quell’occasione fu tutt’altro che morigerato nelle sue esternazioni (cosa peraltro nient’affatto nuova al personaggio in questione), un imprenditore cinese quest’oggi ha provato una tattica ben più comune per passare la dogana svizzera-direzione Italia-senza avere noie: quella di minimizzare ciò che si intende portare al di là della frontiera.

L’uomo aveva infatti tentato di attraversare indenne il valico autostradale di Brogeda denunciando di avere con sé una somma inferiore ai 10.000 euro. Peccato che gli ufficiali di turno non abbiano ritenuto opportuno credere sulla parola al viaggiatore, ispezionando il trolley sospetto che quest’ultimo portava con sé. I militari della Guardia di finanza di Ponte Chiasso (Co) che hanno collaborato con i funzionari doganali, hanno così fatto una scoperta a dir poco inaspettata: quel minuto cinese portava con sé ben 53.650 euro, tutti in contanti, raccolti all’interno della valigetta.

Una somma non certo da poco, disposta con meticolosità certosina nel trolley: precisamente i soldi erano stati inseriti all’interno di due buste plastificate, successivamente nascoste tra gli abiti che l’uomo aveva messo nella valigia, le quali contenevano 100 banconote da 500 euro; più altri soldi sfusi, “briociole” per così dire, che hanno fatto ammontare l’importo totale del contenuto del trolley alla somma di 53.650 euro.

I militari hanno immediatamente disposto il sequestro del 50% del denaro trasportato in maniera illecita (per legge infatti, non è possibile portare al di fuori del Paese più di 9.999 euro in contanti), corrispondente a 21.825 euro, sotto gli occhi sconsolati del triste imprenditore, che ha visto così sfumata la possibilità di trasferire illecitamente i suoi fondi in Italia. Ora si attende che il Ministero dell’Economia e delle Finanze annunci la sanzione da applicare all’imprenditore cinese, che sarà una vera e propria “stangata” corrispondente ad una cifra tra il 30% al 50% del denaro trasportato per via illecita.

Un vero e proprio smacco per il protagonista della vicenda il quale, a differenza di Wilde, non solo non ha saputo dimostrare particolare genialità, ma nemmeno un minimo d’inventiva per portare a termine i propri illeciti. Un caso molto diverso rispetto a quello dell’imprenditrice cinese arrestata lo scorso Marzo, che offrì la “gargantuesca” somma di 500 euro ai finanzieri per tentare di corromperli, ed evitare così il sequestro di 28.000 orologi contraffatti. Forse, avesse offerto loro oltre alla mancia, anche un caffè…; certe persone, è vero, non hanno proprio il senso della misura.

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