Cina: scoperto traffico illegale di neonati in una fabbrica abbandonata

La polizia cinese ha liberato 37 bambini da quella che è stata ribattezzata la "fabbrica dei bebè"; i piccoli erano infatti messi al mondo in una struttura fatiscente per poi essere venduti illegalmente. Arrestate più di cento persone

Cina: scoperto traffico illegale di neonati in una fabbrica abbandonata

La polizia cinese ha recentemente scoperto un traffico illegale di neonati in una fabbrica abbandonata nella provincia dello Shandong. Gli agenti si sono trovati davanti ad una vera e propria “fabbrica dei bebè”, dove le madri davano alla luce i propri figli per poi venderli ad alto prezzo.

Il costo di un bambino si aggirava tra i 50 mila e gli 80 mila yuan; un equivalente di ottomila-undicimila euro. I maschi venivano pagati di più, mentre per le femmine il prezzo era minore. La notizia è stata data dalla tv cinese di Stato, la Cctv, dove viene fatto sapere che durante l’operazione sono state arrestate più di cento persone, tra cui alcune delle madri naturali dei bambini, complici dirette dei trafficanti di neonati.

Questa banda criminale agiva pagando le donne che volevano liberarsi di un bebè, offrendo loro un posto dove partorire e svezzare il bambino durante i primissimi giorni di vita. In molti casi i malfattori erano talmente persuasivi da convincere le donne a rimanere incinte di proposito per poi farsi consegnare i bambini che sarebbero stati destinati alla vendita.

Un giro di vite e di soldi enorme, che comprendeva sia il mercato nazionale cinese, sia quello internazionale. I neonati, inoltre, vivevano in pessime condizioni igienico- sanitarie; la fabbrica dove venivano messi al mondo era fatiscente e il cibo che veniva loro somministrato era da considerarsi assolutamente inadeguato. E’ infatti emerso che i piccoli venivano tenuti in vita da alimenti come semplici noodles da asporto e avanzi. I funzionari della polizia hanno affermato che molti tra i 37 neonati liberati durante il blitz mostravano evidenti segni di denutrizione.

Pia MacRae, direttrice dell’organizzazione umanitaria “Save The Children per la Cina” ha commentato questa agghiacciante scoperta spiegando che la causa di questo orribile traffico di neonati è senza dubbio da imputare alla povertà, infatti la strada che imbocca il traffico illegale di bambini va dalle regioni povere e depresse verso le aree più ricche del Paese.

Segno delle condizioni degradate in cui vivevano le donne della “fabbrica dei bebè” è anche intuibile dal fatto che parecchie di loro fossero malate di Aids, virus che queste madri trasmettevano inevitabilmente anche ai loro figli.

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