Il profilo Facebook dello sfortunato Luca Borgoni risulta costantemente aggiornato.
L’ultimo stato recita: “Fra pochi giorni sarà Natale (…) Devo inventarmi qualcosa per rendere meno tristi i miei genitori e mia sorella Giulia. Quest’anno per la prima volta non saremo fisicamente presenti né io né la mia amatissima nonna Rosangela..”.
Sembra un messaggio piuttosto comune e banale, come milioni di altri che inondano le bacheche dei vari social network. C’è però un piccolo particolare che lo rende assolutamente unico.
Luca Borgoni è scomparso la scorsa estate a seguito di un incidente sul Cervino. E’ scivolato giù, ad alta quota (oltre 3000 metri) sui fianchi del famoso monte l’8 luglio dello scorso anno. Aveva solo 22 anni, studiava e risiedeva a Torino ed era un appassionato di escursioni.
La madre ha deciso di diventare la sua voce virtuale
La finestra di Luca sul mondo di internet e di Facebook non si è dunque chiusa lo scorso 8 luglio. Sua madre ha continuato a pubblicare diversi contenuti a suo nome.
“L’altra mia figlia, Giulia, è una piccola hacker” racconta “ha trovato la password per entrare. Tenere in vita quello spazio con le sue foto, i suoi racconti, i messaggi dei suoi amici, mi sembrava un modo per continuare a farlo vivere. Ma non ho mai usato toni tragici, cupi. Ogni post di Luca dopo la morte è sempre stato scritto con paradossale serenità, a partire da quello che annunciava il suo funerale”.
Un episodio davvero curioso che mostra tutta la voglia di questa madre di mantenere vivo il ricordo del figlio prematuramente scomparso. Un modo molto originale ma efficace per elaborare al meglio il tragico evento.
Cristina, questo il nome della madre, è un’insegnante di matematica e scienze in una scuola media vicino Cuneo. La sua mente è dunque allenata alla razionalità ed al mantenimento di un alto livello di lucidità. Questa madre sembra ormai essersi perfettamente immedesimata nei panni del proprio figlio scomparso e sembra aver sostituito la propria esistenza con quella di Luca. Si è perfino sostituita a suo figlio nella discussione della tesi di laurea, che aveva depositato appena cinque giorni prima di morire.