Chieti, un bambino di 10 mesi è stato ricoverato, nelle analisi hanno rivelato sostanze stupefacenti nelle sue urine

Corradino Marinelli, legale della coppia, ha dichiarato l'intenzione di sostenere la tesi che l'intossicazione del bambino sia avvenuta involontariamente per fumo passivo

Chieti, un bambino di 10 mesi è stato ricoverato, nelle analisi hanno rivelato sostanze stupefacenti nelle sue urine

Un caso di intossicazione da sostanze stupefacenti coinvolgente un bambino di soli 10 mesi ha scosso Chieti. Il piccolo è attualmente ricoverato all’ospedale Santissima Annunziata, mentre i suoi genitori, una coppia di origini nigeriane di 27 e 43 anni, sono indagati per spaccio di droga e lesioni. Secondo le indagini in corso, i due avrebbero accidentalmente esposto il figlio a sostanze stupefacenti, causando un’intossicazione da cannabinoidi.

Tutto è cominciato nella serata di mercoledì 23 ottobre, quando i genitori hanno chiamato il 118 preoccupati per la salute del bambino, che appariva sofferente e incapace di rimanere vigile. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso, il bambino è stato sottoposto a una serie di analisi, che hanno rivelato la presenza di cannabinoidi nelle urine. Tale scoperta ha subito messo in allerta il personale sanitario, che ha segnalato il caso alla squadra mobile di Chieti.La polizia ha quindi condotto una perquisizione nell’abitazione della coppia, trovando tracce di consumo di sostanze stupefacenti e elementi che suggeriscono un possibile coinvolgimento nello spaccio.

I genitori, interrogati sulla vicenda, hanno ammesso di fare uso di droga, ma negano con forza di aver mai somministrato volontariamente le sostanze al figlio.L’avvocato Corradino Marinelli, legale della coppia, ha spiegato che la linea difensiva si basa sull’ipotesi dell’intossicazione involontaria da fumo passivo. “I miei clienti hanno dichiarato di fare uso di questo tipo di sostanze“, ha dichiarato l’avvocato, “ma i medici dell’ospedale confermano che il bambino ha respirato la sostanza, non l’ha ingerita”.

Marinelli sostiene che, data la tenera età del piccolo, è improbabile che possa aver assunto la droga autonomamente, ribadendo che l’esposizione è stata involontaria e derivante dall’ambiente domestico.Le indagini, sotto la direzione della pm Lucia Anna Campo, proseguono per chiarire se l’intossicazione sia stata effettivamente causata dal consumo involontario e stabilire eventuali responsabilità. Per il momento, non sono state imposte misure cautelari ai genitori, ma il caso è ora sotto l’attenzione del tribunale dei minori.

Marinelli ha dichiarato che, pur non essendo stati adottati provvedimenti immediati, “il tribunale potrebbe intervenire nei prossimi giorni”.Fortunatamente, le condizioni di salute del bambino sono migliorate rispetto ai giorni scorsi. I medici dell’ospedale prevedono di dimetterlo a breve, ma continuerà a essere monitorato per verificare eventuali conseguenze. Il caso ha comunque sollevato domande importanti sul tema della sicurezza e del benessere minorile, e ha acceso i riflettori sulla gestione di situazioni familiari a rischio.La vicenda resta al vaglio delle autorità e ha suscitato forte dibattito sull’esposizione accidentale dei minori alle sostanze stupefacenti. 

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