Chiesa ai sacerdoti: più sobrietà durante il segno della pace

Nuove indicazioni dalla Santa Sede: "Più sobrietà e meno effusioni durante la messa". Qualcuno sostiene che la buona educazione non sostituisce la passione. Anche Francesco un anno fa rifletteva: "Abbiamo perso un po' il senso dell'adorazione"

Chiesa ai sacerdoti: più sobrietà durante il segno della pace

Una nuova indicazione viene dalla Santa Sede per ciò che riguarda il segno della pace, che rimane secondo il rito romano prima della distribuzione dell’eucaristia, ma che deve essere inteso in maniera più sobria, e anche senza canti ad hoc.

Questa è la disposizione emanata dalla Congregazione per il culto divino il cui prefetto, il cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, lascerà fra poco Roma dopo la nomina ad arcivescovo di Valencia. Lo scambio della pace era già stato analizzato con Benedetto XVI dalla Congregazione, che aveva proposto di spostarlo prima dell’inizio della preghiera eucaristica, come si fa ad esempio nel rito ambrosiano. Invece le ultime disposizioni non hanno fatto alcun trasferimento del rito in un altro momento della messa, ma viene suggerita “l’opportunità di moderare questo gesto, che può assumere espressioni eccessive, suscitando qualche confusione nell’assemblea proprio prima della comunione”. 

La Congregazione indica anche che nello scambio della pace non vi sia l’introduzione di un canto, inesistente nel rito romano e neanche lo spostamento dei fedeli dal proprio posto. Inoltre, invita il sacerdote a non abbandonare l’altare per scambiare il segno di pace con i fedeli. Un’altra cosa ancora è vivamente raccomandato di evitare che il rito sia un’occasione per porre felicitazioni o per esprimere condoglianze tra i presenti a messa. Dunque, lo scambio della pace non è da intendersi com uno show, in quanto è la preparazione per ricevere Gesù nell’eucaristia.

La richiesta di sobrietà, come disse lo stesso Francesco nella sua prima intervista fatta a ” La Civiltà Cattolica”, è da intendere come un aiuto per far sì che le celebrazioni eucaristiche permettano ai fedeli di entrare nel mistero che si va a celebrare. Il Papa ha affermato qualche tempo fa: “Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione. Le liturgie orientali lo conservano, loro lodano Dio, loro adorano Dio. Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa luce dell’Orien“.

La Chiesa ha avuto sempre a cuore la liturgia e la sua riforma e quando ieri “Il Tirreno” ha riportato le reazioni riguardo a questa nuova disposizione vaticana, qualcuno ha reagito in maniera non proprio positiva, come  Massimo Toschi, ex assessore alla Pace della Toscana, che ha dichiarato: “La buona educazione non può sostituire la passione per il vangelo e dunque nelle celebrazioni liturgiche deve apparire la passione e non la buona educazione”.

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