Centro commerciale Maximo apre i battenti: fila interminabile per visitare lo store della Primark

A Roma, nella zona Laurentina, stamattina, alle 10:00, ha aperto i battenti il centro commerciale Maximo. Tutti in coda per entrare nello store della Primark, il primo nella Capitale. Non sono mancate le polemiche, soprattutto da parte dei sindacalisti.

Centro commerciale Maximo apre i battenti: fila interminabile per visitare lo store della Primark

Ormai il conto alla rovescia è terminato ed il centro commerciale Maximo (Maximo Shopping Center), stamattina, alle 10:00 in punto, ha aperto i battenti in via Laurentina 865. Si tratta del terzo centro commerciale più grande della Capitale, con 160 negozi per lo shopping e non solo. 

Inaugurato proprio nel giorno del Black Friday, è il primo nel Lazio con lo store del famosissimo marchio Primark, colosso dell’abbigliamento low cost che ha travalicato i confini della Toscana, dove era presente il negozio più vicino, per raggiungere Roma con i suoi 7 mila metri quadri di superficie. 

Bene, davanti alla Primark ci sono centinaia di migliaia di persone in coda per entrare…una coda lunghissima che si sviluppa lungo tutta la galleria commerciale. 

I gestori hanno messo in campo tutti i dispositivi per garantire la sicurezza degli ospiti tra cui colonnine di gel igienizzante, percorsi dedicati, sorveglianza anti-assembramento con 50 addetti alla segnaletica per favorire il distanziamento ma tutto ciò non sembra essere stato sufficiente, con migliaia di persone in fila per entrare da Primark, sin dalle primissime ore dall’apertura. 

La protesta dei sindacati

Ovviamente tutta quella calca, radunatasi per l’inaugurazione del centro commerciale ma soprattutto per visitare lo store della Primark, non poteva non suscitare le reazioni dei sindacati.

Francesco Iacovone, del Cobas Nazionale, ha attaccato il Comune di Roma, parlando di “schiaffo in faccia alla salute pubblica”, sostenendo che gli assembramenti, cominciati di buon mattino e questa inaugurazione rischiano di trasformarsi in un mezzo virale che aggraverebbe ulteriormente la crisi sanitaria in atto nella città di Roma. 

Iacovone prosegue dicendo che la scusa della salvaguardia occupazionale non regge affatto, dato che i centri commerciali sono le moderne fabbriche della precarietà e che sarebbe interessante andare a verificare le condizioni contrattuali dei tanti commessi, spesso precari e part-time imposti.

Chissà quante persone ci sarebbero state, allora, se non fossimo in piena emergenza sanitaria, data tutta la gente in coda per non mancare all’appuntamento con lo shopping.

Senza nulla da dire sugli accorgimenti adottati per tutelare la sicurezza di chi si è recato nel nuovo centro commerciale, occorrebbe chiedersi, piuttosto, se la salvaguardia della salute, data la particolare situazione che stiamo vivendo, legata alla pandemia da Covid-19, valga meno dell’accaparrarsi un maglione, approfittando, magari, di averlo in saldo per via del Black Friday. 

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