Ceneri di un baby-boss ritrovate nell’altare dedicato alla Madonna

In un tabernacolo dedicato alla Madonna a Napoli sono state ritrovate le ceneri del baby-boss Sibillo, giovane capoclan ucciso qualche anno fa a poco più di venti anni.

Ceneri di un baby-boss ritrovate nell’altare dedicato alla Madonna

Nell’altarino dedicato alla Madonna nel centro storico di Napoili non erano state messe soltanto la foto ed il busto con le sembianze del baby boss Emanuele Sibillo, ma anche nascoste le sue ceneri contenute nell’urna funeraria. Il tabernacolo in questione è stato oggetto della perquisizione delle forze dell’ordine nelle scorse ore. 

In concomitanza con l’arresto di 21 persone appartenenti al clan camorristico dei Decumani, è avvenuto il sorprendente ritrovamento. Da qui la decisione delle forze dell’ordine di rimuovere tutti i simboli di Emanuele Sibillo, capo della paranza dei bambini a Napoli. Non appena comprese le intenzioni delle forze dell’ordine da parte degli abitanti del quartiere, si sono creati nel vicoletto forti tensioni. 

I familiari non hanno preso bene l’iniziativa dei Vigili del Fuoco di aprire il tabernacolo. I familiari e persone a loro vicine hanno quindi tentato di impedire agli uomini delle forze dell’ordine l’accesso al vicolo e sottratto loro la scala per accedere all’altarino. Per loro quella è una proprietà privata. 

Presenti sul posto anche un folto numero di giornalisti e fotografi per documentare e raccontare i fatti. La presenza della stampa però ha creato ulteriori tensioni e ostacolato in parte le operazioni dei militari. Le indagini che hanno portato al ritrovamento dell’urna cineraria del babyboss sono state condotte dai Carabinieri della Compagnia Napoli Centro. 

Il ritrovamento delle ceneri di Sibillo nell’altarino è stata una conseguenza delle indagini iniziate tempo addietro dalle forze dell’ordine e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo partenopeo. Troppi i casi di estorsione, esplosioni e colpi di arma da fuoco a scopo di intimidazione che si erano verificati. 

Una sorta di strategia della tensione che si stava ormai consumando da troppo tempo e che stava coinvolgendo clan avversi. Una strategia che prevedeva l’intervento di Polizia e Carabinieri per danneggiare i traffici delle fazioni avverse. 

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