Celebrato il funerale di Lucia Mantione, 66 anni dopo

La tredicenne Lucia Mantione di Montedoro, strangolata e uccisa , ha dovuto attendere 66 anni per la celebrazione del suo funerale nella chiesa di Santa Maria del Rosario.

Celebrato il funerale di Lucia Mantione, 66 anni dopo

La giovanissima Lucia Mantione di Montedoro, in provincia di Caltanissetta, ha dovuto attendere 66 lunghissimi e sofferti anni per acquisire il diritto alla celebrazione del suo funerale religioso nella chiesa di Santa Maria del Rosario. 
Era il 6 gennaio 1955 quando la tredicenne, figlia di un minatore, e che prestava servizio presso le famiglie benestanti, uscì di casa per comprare una semplice scatola di fiammiferi ma senza farne più ritorno, gettando nell’angoscia più profonda i suoi genitori.

Purtroppo, dopo 3 giorni dalla scomparsa, venne ritrovata semivestita e senza più vita in un casolare a un chilometro da Montedoro,  paesino di 1500 abitanti, strangolata dal suo vile aggressore dopo un tentativo di violenza sessuale, sopraffatta dalla furia maschile nonostante il suo coraggio di ribellarsi e di difendersi per sottrarsi a quell’orrore.

All’epoca le esequie vennero negate dal sacerdote, il quale si appellò al rigido principio della chiesa che vietava il rito funebre nei casi di morte violenta, nonostante Lucietta fosse poco più che una bambina, e soprattutto vittima del suo carnefice rimasto ignoto. Un dolore non solo familiare ma vissuto da tutta la comunità, tanto da tramandare quel tragico racconto di generazione in generazione.

I funerali sono stati possibili solo dopo la riesumazione della salma, per un esame medico-legale e per l’estrazione del DNA, voluta dalla Procura di Caltanissetta, che ha riaperto il caso per poter dare un nome finalmente all’autore dell’omicidio.

La comunità di Montedoro, così, ha potuto porre l’estremo saluto a Lucietta che non è mai stata dimenticata, e che chiede ancora verità e giustizia, per il modo brutale in cui le è stato soffiato il respiro, spezzato i sogni, interrotta la vita, abbandonata come una bambola di pezza, la quale non si è prestata ai giochi perversi di maniaci, che obbedicono agli istinti più riprovevoli della natura umana.

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