Cede un lucernario durante un’esplorazione urbana in un capannone dismesso: perde la vita un ragazzo di 19 anni

L’episodio evidenzia quanto sia fondamentale non sottovalutare mai le condizioni di edifici dismessi, ricordando che strutture apparentemente stabili possono nascondere cedimenti improvvisi e rischi difficili da valutare.

Cede un lucernario durante un’esplorazione urbana in un capannone dismesso: perde la vita un ragazzo di 19 anni

Una notte che doveva essere solo un momento di curiosità e condivisione tra amici si è trasformata in un evento fatale ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Un ragazzo di 19 anni ha perso la vita intorno all’una mentre si trovava all’interno di un capannone abbandonato di via Acerbis, un tempo sede dell’Italcementi. La struttura, ormai in disuso da anni, è nota nella zona come uno dei luoghi più frequentati dagli appassionati di urbex, l’esplorazione urbana di edifici lasciati al tempo e al degrado.

Secondo le prime ricostruzioni, il giovane, residente a Casnigo, si trovava sul tetto dello stabilimento insieme a un amico. Durante lo spostamento sopra la copertura, uno dei lucernari avrebbe improvvisamente ceduto, facendo perdere l’equilibrio al diciannovenne, che è precipitato all’interno dell’edificio da un’altezza di circa cinque metri.

L’episodio si è consumato in pochi istanti, senza che ci fosse il tempo di rendersi conto del pericolo reale nascosto da una struttura apparentemente solida. L’amico che era con lui, sotto shock, ha immediatamente dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti i mezzi di soccorso del 118, insieme alle forze dell’ordine, ma per il giovane non è stato possibile fare nulla.

I carabinieri hanno avviato gli accertamenti necessari per chiarire nel dettaglio la dinamica dell’accaduto e verificare eventuali responsabilità legate allo stato dell’edificio. La salma è stata successivamente restituita alla famiglia, che nelle ore successive si è chiusa nel silenzio e nel raccoglimento. L’episodio riporta l’attenzione sul fenomeno dell’urbex, una pratica sempre più diffusa tra adolescenti e giovani adulti, attratti dal fascino dei luoghi abbandonati e dall’adrenalina dell’esplorazione fuori dai percorsi convenzionali.

Capannoni industriali, fabbriche dismesse e strutture lasciate al degrado diventano spesso mete di incursioni notturne, documentate con foto e video condivisi sui social. Tuttavia, questi ambienti nascondono insidie difficili da percepire, come coperture fragili, solai deteriorati e materiali ormai compromessi dal tempo. Il capannone di via Acerbis, come molte altre strutture industriali dismesse in Italia, non è progettato per essere frequentato né tantomeno esplorato. Anni di abbandono, agenti atmosferici e mancanza di manutenzione trasformano questi spazi in luoghi potenzialmente molto pericolosi, soprattutto di notte, quando la visibilità è ridotta e la percezione dei rischi diminuisce ulteriormente.

La comunità locale di Alzano Lombardo e dei paesi limitrofi è rimasta profondamente scossa dalla notizia. In tanti, nelle ore successive, hanno sottolineato come episodi simili dovrebbero spingere a una riflessione più ampia, sia sul controllo delle strutture abbandonate sia sulla necessità di sensibilizzare i più giovani sui rischi reali di certe esperienze. Non si tratta solo di curiosità o spirito di avventura, ma di ambienti che possono trasformarsi rapidamente in trappole imprevedibili.

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