Ancora un percorso un po’ strano durante una processione, che non convince affatto gli investigatori: la processione del Venerdì Santo a San Michele di Ganzaria, in provincia di Catania, finisce sotto indagine e in un fascicolo dei carabinieri di Caltagirone a causa di un presunto “inchino” fatto – durante il tragitto – al boss del paese.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, infatti, durante la processione di Cristo morto, i portantini che conducevano la bara a spalla hanno lasciato il percorso ufficiale ed hanno raggiunto rapidamente la casa del mafioso Francesco La Rocca, detenuto in regime di 416 bis.
A portare la bara erano almeno una ventina di persone e, tutte assieme, hanno abbandonato il tragitto ufficiale per fare l’inchino al boss. Quando il sindaco di San Michele, Gianluca Petta, si è accorto del cambiamento del tragitto, ha protestato e non ha approvato questo fatto. Dello stesso parere del sindaco sono stati anche il parroco ed il comandante della stazione dei carabinieri, che si sono affiancati alla sua decisione di procedere alle indagini riguardo questa triste vicenda.
Nonostante la deviazione ed il presunto inchino fatto dinanzi alla casa del boss, gli autori della variazione hanno categoricamente negato di aver fatto una cosa del genere per assecondare Cosa Nostra affermando di aver cambiato percorso soltanto per rispettare la tradizione. Ovviamente il sindaco e molti altri non credono a questa versione e sono convinti fermamente che vi sia invece un legame tra il cambiamento del percorso e Cosa Nostra.
Intanto gli investigatori stanno approfondendo le indagini e stanno visionando alcuni filmati e ascoltando anche diversi testimoni. Purtroppo, questo pare non sarebbe il primo inchino mafioso durante una festa religiosa. Un rituale che sembra continuare a turbare le cerimonie religiose, durante le quali viene fatto omaggio a persone anche detenute, come è capitato in questo caso.