CASTILENTI. Un matrimonio all’insegna della semplicità, dell’autenticità e della condivisione, che ha voluto lanciare un messaggio forte contro gli sprechi e i costi esorbitanti delle cerimonie tradizionali. È quello che hanno celebrato domenica scorsa, a Villa San Romualdo, i 38enni Alfredo Paluzzi e Mical Andreoli, conviventi da anni, genitori di due bambini di 5 e 7 anni e proprietari del Bar Paluzzi Bistrot, cuore pulsante della vita sociale del piccolo centro. Una cerimonia sobria e originale, con soli nove invitati, che si è svolta in un clima di grande emozione e familiarità.
Nessuna location esclusiva, nessun fotografo professionista o abiti da migliaia di euro: gli sposi hanno scelto di indossare vestiti semplici e low cost, di scattare le fotografie con i cellulari e di celebrare il pranzo nuziale nel dehors del loro bar, trasformato per l’occasione in una piccola sala ricevimenti dal calore familiare. I testimoni sono stati altrettanto speciali: per Mical, la nonna Beatrice, 89 anni, figura simbolo delle radici e della continuità familiare; per Alfredo, l’amico fraterno Ercole, 63 anni, compagno di vita e presenza discreta, sempre al suo fianco nei momenti importanti.
Un gesto che ha reso ancora più intima e significativa la cerimonia civile officiata dalla sindaca Sabina Mazzocca, svoltasi alle 12.45 nel giardinetto comunale. «Il nostro è stato un matrimonio bellissimo e indimenticabile», racconta Alfredo con emozione. «La mattina ho aperto il bar come sempre, ho lavorato fino alle 11 e poi di corsa a prepararmi. È stata una grande gioia vivere questo momento insieme ai nostri figli, ai genitori e ai testimoni: loro sono i veri pilastri delle nostre vite».
Il pranzo, preparato con cura dalla mamma dello sposo, è stato un omaggio alla tradizione gastronomica teramana, con un menù “vintage” ispirato ai banchetti nuziali degli anni Settanta: timballo, chitarra con le pallottine, pollo al forno con le patate e l’immancabile torta tradizionale. «In tutto eravamo 11 commensali», aggiunge Alfredo, «e abbiamo gustato piatti che hanno il sapore della memoria e dell’infanzia. Ringraziamo anche i nostri dipendenti, che ci hanno aiutato nell’organizzazione». Niente bomboniere costose, ma piccoli ricordini per gli amici più cari, che hanno ricambiato con regali semplici e affettuosi.
Una scelta che riflette lo spirito degli sposi: attenzione all’essenziale, senza rinunciare alla bellezza del gesto e al valore simbolico della giornata. «Oggi i matrimoni sono diventati un lusso spiegano Alfredo e Mical e molte coppie, di fronte a spese insostenibili, rinunciano a sposarsi e optano per la convivenza. Noi volevamo dimostrare che è possibile celebrare un’unione bellissima senza indebitarsi e senza cadere negli eccessi. Ciò che conta non è lo sfarzo, ma l’amore e la complicità della coppia». Il loro esempio ha colpito profondamente la comunità. Durante la giornata, tanti compaesani sono passati davanti al bar per portare un saluto, un augurio o semplicemente per condividere un momento di festa. «È stato come un matrimonio di paese raccontano gli sposi una festa collettiva in cui ci siamo sentiti abbracciati da tutti».
Un segnale forte, quello lanciato da Alfredo e Mical, in un’epoca segnata dal caro-vita e dalle difficoltà economiche. Una testimonianza che ha emozionato molti, tanto che diversi amici hanno confidato di voler seguire la loro strada, scegliendo un matrimonio più sobrio, autentico e libero dalle imposizioni del mercato delle cerimonie. «Per noi concludono gli sposi è stata una scelta consapevole, che riflette i nostri valori. Siamo certi che ciò che resta, più di qualsiasi festa sontuosa, è l’amore, la famiglia e la condivisione sincera con chi conta davvero».