Caso Yara, Bossetti dichiara che il furgone incriminato non è il suo

L'imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio si difende davanti ai giudici della Corte d'Assise, spiegando che il furgone che si vede nelle immagini dell'accusa non è il suo, in quanto avrebbe un cassone differente

Caso Yara, Bossetti dichiara che il furgone incriminato non è il suo

Sono passati ormai anni dall’omicidio di Yara Gambirasio che ha tenuto gli italiani incollati alle televisioni ed ai giornali per seguire le varie fasi della vicenda che in questi giorni sembra avere nuovi sviluppi. Lo svolgimento delle varie fasi processuali che, vede imputato Massimo Bossetti, ha visto numerosi colpi di scena in quanto l’imputato continua a proclamarsi innocente e cerca di addurre prove che lo dissocino dalla scena del delitto e riescano a scagionarlo dalle accuse.

I risultati del DNA dei fluidi organici trovati su alcuni indumenti del cadavere della piccola Yara Gambirasio non costituiscono la prova regina richiesta dall’accusa per incolpare definitivamente l’imputato e, quindi, tutto si gioca sulle altre prove circostanziali che individuerebbero il Bossetti e il suo furgone sulla scena del crimine, cioè all’ingresso della palestra frequentata da Yara.

Omicidio Yara: le dichiarazioni di Massimo Bossetti 

Lo stesso Bossetti ha messo in evidenza le differenza tra il furgone bianco che risulta dalle testimonianze e quello di sua proprietà: cassone e maniglie risulterebbero totalmente differenti. Inoltre Bossetti, sostenuto in queste affermazioni dalla moglie, continua a ripetere di essere un frequentatore abituale della zona in quanto solo presso alcune rivendite del paese poteva comprare le figurine di cui facevano raccolta i suoi figli.

La moglie dell’imputato, Marita Comi, ha portato in aula gli album di figurine dei suoi figli per supportare quanto riferito dal marito in sede di udienza. Tuttavia le affermazioni di Massimo Bossetti lasciano adito a numerosi dubbi, uno su tutti, la contraddizione con le testimonianze rese dai gestori dei locali da lui menzionati che riferiscono di considerarlo un avventore occasionale e non un frequentatore abituale dei loro esercizi commerciali.

Col procedere delle udienze la situazione dell’imputato e dell’intero procedimento sembra arricchirsi sempre più di nuovi particolari che, lungi dal chiarire la posizione di Bossetti, fanno ulteriori e più marcati dubbi su quanto sia effettivamente avvenuto quella lontana sera all’uscita della palestra di Yara.

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