Il caso della scomparsa della ginecologa di 32 anni ha portato alla luce le continue vessazioni di Saverio Tateo sugli assistenti. La difesa annuncia il ricorso.
A fare da detonatore la scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa di 32 anni, dopo il trasferimento dall’ospedale di Trento a quello di Cles, da cui si era dimessa 24 ore prima della sparizione.
La vicenda
Saverio Tateo, ex primario del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, è stato licenziato. La notizia, come riporta La Stampa, è stata appena ufficializzata dall’azienda sanitaria provinciale, a seguito del parere favorevole espresso dal Comitato dei garanti chiamato a valutare la risoluzione del rapporto professionale alla luce dei risultati della commissione d’inchiesta istituita dalla stessa azienda sanitaria e da cui erano emersi “elementi di criticità oggettiva” nella gestione dell’unità operativa.
Il medico era finito al centro delle cronache in relazione alle indagini sulla scomparsa di Sara Pedri, la 30enne forlivese che lavorava nel reparto da lui gestito, di cui si sono perse le tracce dallo scorso 4 marzo. La giovane aveva denunciato un clima di tensione in quel reparto, al punto da renderle la vita un inferno e da desiderare di farla finita.
La vicenda aveva portato anche il ministero della Salute a inviare a Trento gli ispettori e l’azienda sanitaria a definire, attraverso una lunga serie di audizioni, più di cento, il clima lavorativo all’interno del reparto. La 30enne scomparsa non è stata l’unica a denunciare un clima di tensione nel reparto di ginecologia del Santa Chiara.
Erano stati riscontrati una serie di “fatti oggettivi e una situazione critica nel reparto“. Ma i legali di Tateo non si danno per vinti e annunciano già il ricorso. “Non ci sono fondamenti che giustifichino il licenziamento. Lo proveremo davanti al giudice del lavoro“, ha detto il professor Vincenzo Ferrante, legale di Saverio Tateo.
Intanto sul caso sta indagando anche la Procura di Trento che avrebbe iscritto lo scorso 20 ottobre nel registro degli indagati l’ormai ex primario e la sua vice, Liliana Mereu, trasferita in altra struttura fuori Regione, per presunti maltrattamenti sul lavoro e abuso dei mezzi di correzione ai danni di 14 medici e operatori sanitari, tra cui la stessa Sara Pedri.