Caso Gaia Molinari, rilasciati i due fermati per l’omicidio

I due uomini che erano stati fermati per l'omicidio di Gaia Molinari sono stati rilasciati. La ragazza è stata trovata morta su una spiaggia del Brasile, con segni evidenti di strangolamento

Caso Gaia Molinari, rilasciati i due fermati per l’omicidio

I due uomini sospettati dell’omicidio di Gaia Molinari, la ragazza uccisa in Brasile, sono stati rilasciati perché non ritenuti coinvolti nell’omicidio.

Il vice consolato italiano di Fortaleza ha detto: “Uno è stato rilasciato subito ieri sera, l’altro stamani dopo essere stato sottoposto a un lungo interrogatorio”. Il secondo fermo era  stato eseguito su un uomo sospettato di omicidio senza premeditazione: l’uomo era stato interrogato ma dopo alcune ore era stato rilasciato.

La ragazza si trovava in Brasile da alcune settimane, insegnava inglese ai bambini e nel frattempo imparava il portoghese. Il suo cadavere è stato trovato da alcuni turisti su una spiaggia, e sembra che Gaia sia stata colpita con delle pietre. Dalle analisi è emerso che la donna è morta per strangolamento.

I suoi amici hanno messo su Facebook un album fotografico con splendide immagini che ritraggono la ragazza nelle pose più belle e hanno detto “Intanto vogliamo ricordarla così, siamo in contatto con la famiglia e attendiamo di capire quando la salma verrà riportata in Italia. Saranno tempi piuttosto lunghi, immaginiamo, ma quando tornerà noi ci saremo”.

Gaia era conosciuta come una ragazza solare e piena di vita, e faceva tante cose: studiava, lavorava dedicava del tempo agli altri per scopi umanitari, era insomma una bella persona. L’esperienza da volontaria con una Ong era la prima che faceva ed era felice di averla ottenuta.

La mamma di Gaia ha detto chiaramente che attende con ansia il ritorno della figlia a casa e ha intenzione di tenere una grande festa, bella e piena di luce, come era lei, che aveva lasciato tanta luce attorno a sé prima di andar via in questo tragico modo.

Ecco le sue parole: “Gaia era sempre in giro per il mondo, prima per studiare, poi per lavoro, infine per questo volontariato umanitario che era diventato la ragione della sua vita. Era in Brasile con un progetto internazionale di aiuto, prima era stata a San Paolo poi a Fortaleza. Aiutando questi bambini aveva completato un suo percorso spirituale importante. Nell’imminenza del Natale aveva deciso di andare con un’amica brasiliana in vacanza a Jerocoacoara. Mi raccontava in che luogo meraviglioso si trovava, voleva aprire con me un bed & breakfast e immaginava già di portarci anche il nonno, mio papà, per cucinare e il suo fratellino per fare windsurf”.

Continua a leggere su Fidelity News