Caso Emanuela Orlandi: la pista inglese non convince. Il legale della famiglia chiede al Vaticano nuovi interrogatori

La riapertura del caso, a poche ore dalla morte di Ratzinger, senza avvisare la famiglia. Le indiscrezioni sul trasferimento di Emanuela a Londra non convincono il fratello Pietro. L'avvocata Sgrò, legale della famiglia, vuole interrogare chi potrebbe sapere.

Caso Emanuela Orlandi: la pista inglese non convince. Il legale della famiglia chiede al Vaticano nuovi interrogatori

La riapertura del fascicolo Emanuela Orlandi da parte del promotore di giustizia della Santa Sede ha scatenato una girandola incontrollata di ipotesi ed illazioni. A cominciare dal giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, autore di alcuni libri sul caso, uno dei quali scritto a quattro mani con Pietro, il fratello di Emanuela. Peronaci parla di una pista inglese: secondo fonti anonime, la ragazza fu trasferita a Londra il giorno stesso della scomparsa. “Emanuela la sera stessa fu portata in Sardegna. Poi a Londra nel quartiere di South Kensington”. 

Rivelazioni a cui Pietro Orlandi non dà alcun credito: “Un documento fatto circolare dove? Se avesse quel documento forse sarebbe il caso di andare in procura prima di scrivere su Fb? Quante centinaia di ‘fonti coperte’ spuntano come i funghi e ogni volta raccontano una cosa diversa e ogni volta si riempie il web di ‘svolta’, ‘ultima ora’, ‘esclusivo’, ecc. ecc.”.

È la stessa Laura Sgrò -legale storico della famiglia Orlandi- ad esprimere le sue perplessità in merito, intervistata dal Il Fatto Quotidiano. Innanzitutto per l’avvocata è piuttosto anomalo come tutto sia iniziato. Una “velina” dell’agenzia Adnkronos senza informare la famiglia di Emanuela. E tutt’ora i legali non sono stati convocati dai magistrati vaticani. La Sgrò parla di mancanza di rispetto nei confronti della sofferenza, dei familiari di Emanuela. Già nel pomeriggio successivo alla morte di Ratzinger, padre Georg Ganswein -segretario particolare del papa emerito- aveva fatto dichiarazioni di fuoco contro l’attuale pontefice. Nel frattempo, l’onda mediatica della serie Vatican Girl porta alla richiesta di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: “Troppe cose, impossibile continuare a stare in silenzio”, chiosa l’avvocata.

Padre Georg nega l’esistenza di un dossier Orlandi in Vaticano, ma Laura Sgrò conferma che il sacerdote le confidò l’esistenza del documento. Nel libro “Nient’altro che la verità”, recentemente pubblicato, Ganswein indica Domenico Giani, ex Comandante della Gendarmeria Vaticana, e il suo vice Costanzo Alessandrini, come i due emissari del Vaticano che nel 2012 incontrarono il magistrato Giancarlo Capaldo per la trattativa sulla sepoltura di De Pedis. Capaldo avrebbe dovuto far rimuovere il corpo del boss della Magliana dalla Basilica di Sant’Apollinare in cambio di un dossier con informazioni su Emanuela. Ma non è mai stato più consegnato e a Capaldo fu tolta l’inchiesta, poi archiviata: “Direi che sarebbe il caso che il Vaticano spiegasse quello che è accaduto”.

Nel 2018 i legali della famiglia Orlandi, a seguito delle continue rivelazioni sulla scomparsa di Emanuela, depositano due denunce alle autorità vaticane che rimangono ad impolverarsi tra gli archivi. Mentre -rileva la Sgrò- si è data priorità alla questione Becciu e alle presunte irregolarità finanziarie. Insomma prima il denaro che la vita di una ragazzina quindicenne. 

Laura Sgrò esorta la magistratura vaticana a convocare almeno una decina di persone, ancora reperibili e coinvolte nella vicenda: a partire dal cardinale Giovanni Battista Re, assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede dal 1979 al 1987, lo stesso Padre Georg, l’ex vice capo della gendarmeria vaticana Costanzo Alessandrini.
Il cardinale Tarcisio Bertone era segretario di Stato quando ci fu il problema di spostare la tomba di De Pedis dalla Basilica di Sant’Apollinare. “Credo sia necessario convocarlo. Impossibile che in quel contesto, i vertici della chiesa non abbiano fatto il punto sulla questione. Io credo che sia ora della verità”.

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