Caso della piccola Sharon: si aggrava la posizione dell’ex fidanzato della madre

Sharon Barni è stata uccisa a soli 18 mesi e, a 4 mesi dalla sua morte, potrà essere seppellita. Intanto si aggrava la posizione di Marincant, ex fidanzato della madre della piccola.

Caso della piccola Sharon: si aggrava la posizione dell’ex fidanzato della madre

Si aggrava la posizione di Gabriel Robert Marincant, rumeno di 25 anni, che da 3 mesi conviveva con la madre di Sharon e con la piccola Sharon Barni, una bellissima bimba di 18 mesi morta a Cabiate, in provincia di Como. Lei di certo, per la sua tenera età, non ci avrebbe forse potuto raccontare cosa le è accaduto, se fosse ancora in vita, ma la giustizia sta procedendo per ricostruire la sua terribile storia.

Secondo quanto riportato dai giornali la Provincia di Como e il Giorno, il pm di Como, Antonia Pavan, dopo l’autopsia, ha contestato al Marincant, in carcere dallo scorso gennaio, il reato di omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, con un inasprimimento dell’ipotesi reatuale che, al momento del suo arresto, era di morte causata da maltrattamenti e violenza sessuale aggravata.

Determinante l’esito dell’autopsia

In base a quanto riportato da Il Giorno, Sharon avrebbe subito colpi ripetuti e violenti tutto il giorno. Sul suo corpo, tracce di lesioni che lasciano pensare ad un abuso sessuale commesso con un oggetto al momento non identificato. L’autopsia ha rilevato che le ferite alla testa non sono compatibili con la versione fornita dall’uomo.

Marincant, arrestato il 23 gennaio, dopo 2 settimane, ha raccontato di un incidente domestico mentre si trovava da solo in casa con la piccola, spiegando che Sharon stava giocando, quando una stufetta scaldabagno le è improvvisamente caduta in testa. La bimba quella sera è stata portata in ospedale in condizioni gravissime al Papa Giovanni XXIII, alle quali non è sopravvissuta. Sin dai primi tempi è emerso che quelle lesioni non erano compatibili con l’incidente domestico raccontato dal 25enne rumeno.

L’autopsia, integrata dalle indagini dei carabinieri della Tenenza di Mariano Comense, è stata determinante per arrivare ad una ricostruzione che ha fatto emergere un quadro articolato e inquietante: un traumatismo cranico contusio produttivo di frattura cranica occipitale sinistra, dei focali sanguinamenti intracranici e un edema cerebrale massivo. 

Ferite, viene specificato, del tutto volontarie. Colpi ripetuti e violenti assestati deliberatamente, mentre altre lesioni, rinvenute nella zona genitale, sono compatibili con un abuso commesso con un oggetto non meglio identificato. A 4 mesi dalla morte di Sharon Barni, la piccola potrà essere seppellita, essendosi conclusi i complessi accertamenti medico-legali. 

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