Caso Claps, confermata la condanna a 30 anni per Restivo

L'aggravante di crudeltà è stata eliminata per mancanza di prove, ma non ha alterato la pena emessa dalla Corte d'Assise il 24 aprile 2013. Elisa Claps fu trovata nel sottotetto della chiesa della Trinità di Potenza

Caso Claps, confermata la condanna a 30 anni per Restivo

Confermata dalla Cassazione la condanna a 30 anni di reclusione per Danilo Restivo, accusato di aver ucciso la sedicenne di Potenza Elisa Claps. Nella condanna è stata abolita l’aggravante della crudeltà, per insufficienza di prove ma che non hanno cambiato la pena. I giudici hanno dunque confermato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Salerno il 24 aprile del 2013.

La sentenza in primo grado era stata emessa l’11 novembre del 2011, ma Elisa Claps era scomparsa il 12 settembre del 1993 e uccisa poco dopo. Fino al 2010 la scomparsa della ragazza è stata avvolta nel mistero, fino a quando si è scoperto il corpo nascosto nel sottotetto di una chiesa a Potenza. Danilo Restivo era stato arrestato per false dichiarazioni il 10 settembre 1994, ed era stato proprio lui ad incontrare Elisa per l’ultima volta, nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza.

In altre occasioni Restivo era stato condannato per false dichiarazioni, tra cui l’11 maggio 1999, quando arrivò un falso messaggio scritto da Elisa, che diceva di trovarsi in Sudamerica, ma invece lo aveva scritto Restivo. Un altro episodio ha confermato la tendenza omicida in Restivo: il 12 novembre 2002, una donna inglese di nome Heather Barnett, viene uccisa e seviziata. Restivo risulta indagato da Scotland Yard per omicidio: l’uomo era vicino di casa della donna, e il 30 giugno 2011 viene condannato all’ergastolo dal tribunale di Winchester. Nel frattempo, l’8 novembre del 2011 inizia il processo con rito abbreviato in Italia per la morte di Elisa Claps e sulle cui modalità di morte ancora si indaga.

Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Paolo Canevelli, ha dichiarato sulla sentenza:”Sono soddisfatto della decisione della Cassazione su Restivo perché riflette le mie richieste. E’ stato giusto eliminare l’aggravante della crudeltà perché manca la prova che l’imputato abbia infierito sulla salma della povera Elisa. A suo carico rimangono comunque le aggravanti della violenza sessuale e di aver agito per futili motivi e dal punto di vista del trattamento sanzionatorio non cambia nulla”. 

Sembra che dopo tanti anni giustizia sia stata fatta, anche se nulla potrà portare in vita la ragazza. E’ importante però che la gustizia abbia fatto il suo corso e abbia individuato il colpevole.

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