Caso Alice Neri: indagato il collega. C’era un’altra auto dove è stata ritrovata la donna carbonizzata

Terzo indagato per il caso di Alice Neri, trovata carbonizzata nel bagagliaio della sua auto. È il collega con il quale si è incontrata per un aperitivo. L'ultimo ad averla vista. La ricostruzione della vicenda, l'alibi del marito, i dubbi degli inquirenti.

Caso Alice Neri: indagato il collega. C’era un’altra auto dove è stata ritrovata la donna carbonizzata

Alice Neri, la donna di 32 anni trovata carbonizzata nella sua auto nelle campagne modenesi, è rimasta fino alle 3.40, davanti a quel locale dove ha preso un aperitivo con un collega. Lo conferma il titolare del bar, lo confermano le telecamere di videosorveglianza. Poi prende la sua auto e sparisce. Era da sola? Patrizia, la madre di Alice, intervenuta alla trasmissione Pomeriggio Cinque, parla chiaramente di omicidio o meglio di femminicidio: “Che cosa poteva volere da mia figlia? Noi donne non abbiamo diritto a dire un no”. Quindi delle avances respinte ed una reazione spropositata e violenta.

L’ultima persona a vedere viva Alice Neri, è il collega- indagato per omicidio- con il quale si è incontrata per bere un drink. Un personaggio solitario ed introverso, lo descrivono i vicini ai giornalisti di Mediaset. Stiamo parlando non di uno dei soliti condomini di città, che assomigliano a degli alveari, ma di una villetta che ospita solo tre famiglie. Dove comunque tutti si conoscono, eppure l’uomo negli ultimi quattro anni praticamente si è visto pochissimo e non si è mai fermato a parlare con qualcuno. È la terza persona indagata- come atto dovuto- insieme al marito della vittima, ed ad un amico di famiglia.

Nicolas il marito di Alice, sembra avere un alibi inoppugnabile visto che era a casa con la figlia di quattro anni. Il giorno della scomparsa la moglie rientra a casa e dice che sarebbe uscita a prendere un aperitivo con un collega. L’uomo poi si addormenta e non si accorge del mancato rientro di Alice, fino alla mattina successiva. Quando sporgerà denuncia e la cercherà al lavoro, dove non si presenta. Dinamica plausibile ma che fatica a corrispondere a quell’immagine di coppia coesa, che i famigliari vogliono dare. Anche se l’uomo esclude qualsiasi relazione extraconiugale di Alice.

L’ipotesi del suicidio, emersa nelle prime ore dal ritrovamento, è respinta decisamente dalla madre e dal fratello di Alice. La ragazza, dicono, era credente e non avrebbe mai commesso un atto di questo genere. Anche dal punto di vista investigativo, pensare che una persona possa chiudersi da sola nel bagagliaio e darsi fuoco è piuttosto improbabile. Inoltre accanto all’auto- che ha bruciato per tre ore- è stata trovata una tanica di liquido infiammabile.

Probabilmente c’era l’intenzione di distruggere ogni traccia. I carabinieri sono riusciti a trovare qualche traccia setacciando le immagini delle telecamere di sorveglianza sulla strada che conduce dove l’auto di Alice Neri è stata data alle fiamme. Nei filmati si vedrebbe una seconda auto sfrecciare via a tutta velocità. E forse l’auto di qualcuno che Alice conosceva?

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