Caserta, Gdf segnala prof universitari per danno erariale. I docenti svolgevano un doppio lavoro senza autorizzazione

I sette docenti insegnano nelle facoltà di ingegneria e architettura dell'Università Vanvitelli di Caserta, ma svolgevano anche un'attività privata senza disporre di alcuna autorizzazione.

Caserta, Gdf segnala prof universitari per danno erariale. I docenti svolgevano un doppio lavoro senza autorizzazione

La Guardia di Finanza ha segnalato sette docenti dell’Università Vanvitelli di Caserta per danno erariale. I professori svolgevano un’attività privata oltre ad insegnare, e oltretutto, non possedevano alcuna autorizzazione.

I professori insegnano nelle facoltà di architettura e ingegneria e sono stati sottoposti ad accertamenti dai militari della GDF che, durante i controlli, hanno appurato che esercitavano attività private che avrebbero fruttato loro compensi per un totale di oltre 1.6 milioni di euro.

I controlli sono stati fatti per il periodo che va dal 2012 al 2016, e hanno riguardato in tutto 15 professori, di cui sette sono risultati colpevoli di aver commesso un danno erariale. Tra questi vi sono stati docenti che hanno lavorato per ditte e professionisti anche dell’Italia settentrionale, altri che hanno svolto lavori per decine di committenti, altri ancora hanno lavorato per imprenditori del casertano e società petrolifere arrivando a percepire compensi anche oltre 1 milione di euro.

Grazie alle indagini accurate svolte dai finanzieri di Caserta, è stato possibile acquisire tutta la documentazione necessaria che dimostra la doppia professione svolta dai professori universitari. Infatti, la normativa del Testo Unico sul Pubblico Impiego del 2001 per la Pubblica amministrazione obbliga a fare una scelta nel caso si volesse esercitare anche un’altra professione.

La norma del decreto legislativo 165 stabilisce che gli insegnanti che decidono di esercitare un’attività privata a parte l’insegnamento devono scegliere il regime a tempo definito, che prevede uno stipendio ridotto. Invece, i docenti coinvolti nella truffa avevano scelto il regime a tempo pieno e, quindi, per legge non potevano dedicarsi ad altro.

Oltre agli insegnanti, altri 51 soggetti sono stati multati con sanzioni che superano i 2.5 milioni di euro. Tra questi vi sono professionisti e imprese che hanno usufruito dei lavori svolti dai docenti, e non hanno chiesto alcuna autorizzazione all’Ateneo dove insegnavano. Di questi soggetti, circa la metà ha già deciso di pagare.

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