Sono stati arrestati 4 carabinieri che spacciavano droga all’interno della caserma presso la quale prestavano servizio. L’incredibile vicenda arriva da Caserta, dove quattro militari della VIII brigata Bersaglieri si sono visti mettere le manette ai polsi per via dei traffici illeciti che avevano imbastito nell’ambiente di lavoro, mentre un quinto carabiniere è stato sottoposto al divieto di dimora.
Sono queste le prime “vittime” di un’indagine avviata nel febbraio 2014 e conclusa a marzo 2015, nel corso della quale sono state raccolte prove inconfutabili dell’attività criminale messa in piedi dagli indagati composte da intercettazioni telefoniche, fotografie ed altri documenti che verranno proposti dall’accusa durante il corso del processo.
I carabinieri spacciatori sono stati pedinati a lungo, ed è stato accertato che avessero a loro disposizione grandi quantitativi di droga all’interno della caserma, frutto dei sequestri ai danni degli spacciatori. Ma anziché mettere le prove a referto, i militari in questione rivendevano la cocaina ad altri commilitoni sul posto di lavoro.
Dalle indagini sembrerebbe che il “boss” fosse Luigi Santonastaso, capolar maggiore della compagnia, sebbene siano emersi gravi atti di omertà anche da parte di altri carabinieri non direttamente coinvolti nel traffico di stupefacenti. La cocaina veniva dunque smerciata sotto tacito silenzio dei colleghi conniventi, che assistevano alle operazioni senza intervenire.
Santonastaso si adoperava inoltre per falsificare puntualmente i test antidroga disposti dal Comando per far sì che i sospettati potessero uscire sempre puliti; al momento dell’arresto, il caporal maggiore era in possesso di grandi quantitativi di cocaina e crack, probabilmente destinati allo spaggio. La falsificazione dei risultati dei drug test, provata da messaggi su Whatsapp, coinvolgeva anche gli assistenti sanitari che venivano corrotti per sostituire le provette con urina “pulita”.