Caposquadra Ama licenziato: rubava carburante, pagando con le tessere aziendali

Dopo una serie di verifiche, cominciate quest'estate, un caposquadra Ama è stato licenziato per aver rubato carburante, pagando con le tessere aziendali. Si è parlato di condotta fraudolenta.

Caposquadra Ama licenziato: rubava carburante, pagando con le tessere aziendali

Dopo una serie di verifiche, iniziate quest’estate, un caposquadra Ama è stato licenziato, con l’accusa di aver rubato carburante, pagandolo con le tessere aziendali, usate illecitamente fuori dall’orario di servizio. Il dipendente è stato oggetto di un’indagine interna che ha ritenuto le prove e i riscontri acquisiti nel corso degli ultimi 4 mesi sufficienti a delineare una condotta fraudolenta, che ha danneggiato l’azienda, al punto da rendere necessaria la risoluzione del rapporto di lavoro, a conclusione di un accurato e doveroso iter disciplinare.

L’uomo è stato denunciato anche alle autorità che, se riterranno, potranno accusarlo di reati penalmente rilevanti. Non è escluso che faccia ricorso contro il licenziamento. Il lavoratore, che in AMA rivestiva il ruolo di caposquadra, è stato licenziato 21 giorni fa. I controlli relativi all’uso delle tessere carburante assegnate per consentire i rifornimenti dei mezzi e l’espletamento dei servizi di igiene urbana nella città di Roma, hanno riguardato inizialmente un nucleo operativo più ampio di 23 addetti e, alla fine dell’iter, 4 di essi sono stati sanzionati con alcuni giorni di sospensione dal servizio. 

Le parole dell’amministratore AMA Stefano Zaghis

L’amministratore di AMA,Stefano Zaghis, afferma che la loro collaborazione con le autorità investigative è massima e se ci sono prove di condotte scorrette o anche solo ipoteticamente fraudolente, intervengono in modo inflessibile e senza fare sconti.

Tra le figure professionali, inserite nel nuovo piano assunzioni, è previsto anche un responsabile della security proprio per vigilare ed evidenziare eventuali comportamenti impropri o lesivi per AMA.

 Zaghis precisa che le mele marce creano un grave danno patrimoniale e di immagine all’azienda, composta nella maggior parte da padri e madri di famiglia, lavoratori anziani e giovani che fanno ogni giorno il proprio dovere e non meritano un simile discredito dovuto a pochi, che anche per questo “vanno allontanati”.

Da inizio anno sono stati comminati più di 130 provvedimenti disciplinari su condotte sanzionabili per complessive 420 giornate di sospensione dal servizio, mentre salgono a 23 i dipendenti licenziati da gennaio ad oggi.

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