Campi Flegrei, il vulcanologo avverte: “Situazione da monitorare costantemente”

L’attività bradisismica nei Campi Flegrei non accenna a diminuire, e secondo gli esperti dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), il fenomeno potrebbe proseguire per anni.

Campi Flegrei, il vulcanologo avverte: “Situazione da monitorare costantemente”

 La situazione nei Campi Flegrei continua a destare forte preoccupazione tra esperti e cittadini. Secondo Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ed ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, i terremoti nell’area non solo sono destinati a proseguire, ma potrebbero diventare sempre più intensi e frequenti. Il fenomeno, strettamente legato al bradisismo e al sollevamento del suolo, potrebbe durare ancora per molti anni, se non addirittura decenni.

L’aumento della sismicità e il rischio crescente

A differenza dei terremoti di origine tettonica, quelli causati dal bradisismo non sono imprevedibili. La loro intensità è direttamente proporzionale alla velocità di sollevamento del suolo, un dato che desta grande preoccupazione tra i vulcanologi. “Dal 15 febbraio scorso spiega De Natale la velocità di sollevamento è triplicata. Questo significa che arriveranno scosse sempre più energetiche, potenzialmente in grado di causare danni significativi”. Secondo l’esperto, nell’area potrebbero verificarsi terremoti fino a magnitudo 5, un livello di intensità che potrebbe compromettere seriamente edifici e infrastrutture, mettendo a rischio la sicurezza della popolazione. “Al momento stiamo registrando eventi sismici di magnitudo tra 3 e 4, ma il trend indica chiaramente un aumento della potenza dei futuri terremoti”, avverte il vulcanologo.

Un fenomeno di lunga durata

De Natale sottolinea che il fenomeno del bradisismo potrebbe protrarsi ancora per molto tempo. “Prima dell’ultima eruzione ai Campi Flegrei, avvenuta nel 1538 con la formazione del Monte Nuovo spiega ci furono oltre cento anni di fenomeni precursori, con scosse anche molto forti. Oggi il sollevamento del suolo è iniziato circa 75 anni fa, quindi potremmo avere ancora molti anni o addirittura decenni di sismi sempre più frequenti e intensi”. Questa prospettiva solleva preoccupazioni sulla gestione del rischio. “Non possiamo permetterci di aspettare un evento catastrofico prima di intervenire”, avverte l’esperto, sottolineando che le misure adottate finora non sono sufficienti a proteggere la popolazione.

La necessità di un piano di evacuazione mirato

Per mitigare il rischio sismico e garantire la sicurezza degli abitanti delle zone più vulnerabili, De Natale propone un piano di evacuazione mirato per le aree maggiormente esposte, come Solfatara, Agnano e Pisciarelli. Secondo il vulcanologo, il trasferimento temporaneo degli abitanti di queste zone consentirebbe di verificare la resistenza degli edifici e predisporre eventuali interventi di consolidamento strutturale. “Non possiamo lasciare la popolazione esposta a un rischio crescente senza adottare misure concrete”, afferma De Natale, evidenziando che un piano del genere richiederebbe un impegno coordinato tra governo, protezione civile ed enti locali. L’esperto critica anche il ritardo nell’adozione di strategie preventive: “Abbiamo perso almeno sei anni in cui avremmo potuto predisporre il territorio. Ora è il momento di agire con determinazione e in tempi rapidi, perché il trend attuale lascia prevedere scosse sempre più forti”.

Un allarme da non sottovalutare

L’allarme lanciato dagli esperti evidenzia l’urgenza di un’azione concreta per la sicurezza dei residenti dei Campi Flegrei. Il bradisismo è un fenomeno naturale complesso, che richiede un monitoraggio costante e misure preventive efficaci. Con un rischio sismico in continua crescita, la priorità deve essere la tutela della popolazione e la preparazione a scenari futuri che potrebbero diventare sempre più critici. 

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