Calabria, Emanuele pestato a sangue davanti alla scuola. L’avvocato: "Chi sa, parli"

Emanuele, studente 14enne della provincia di Cosenza, lo scorso 4 ottobre è stato trovato sull'asfalto, privo di sensi e in una pozza di sangue. A ridurlo così un bullo che lo ha atteso all'uscita di scuola.

Calabria, Emanuele pestato a sangue davanti alla scuola. L’avvocato: "Chi sa, parli"

Emanuele, uno studente 14enne di Castrolibero, in provincia di Cosenza, si sente un miracolato e forse lo è. Visibilmente dimagrito, scosso, mangia attraverso un sondino, fa fatica a parlare, ha diverse ferite sul corpo ma è vivo.

A ridurlo così è stato un bullo che lo ha atteso all’uscita della scuola e lo ha massacrato di botte, per poi dileguarsi. Questa è l’unica cosa certa di questa assurda vicenda che ha scosso l’intera comunità. 

L’accaduto

L‘aggressione che ha visto coinvolto il povero Emanuele, che frequenta il liceo scientifico del suo paese, è avvenuta lo scorso 4 ottobre e chi ha soccorso il 14enne, riverso sull’asfalto e in una pozza di sangue, non era così ottimista sul fatto che il ragazzino potesse farcela per come era ridotto.

Per il resto è tutto ancora avvolto nel mistero e nel silenzio di chi, magari, sa, ha visto e non ha il coraggio di parlare. Nessun testimone, ad oggi, si è presentato spontaneamente in caserma per aiutare gli inquirenti a ricostruire l’accaduto. I carabinieri, intanto, stanno passando al vaglio ogmi pixel delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, montate su un palo della luce.

Emanuele non conosce il suo aggressore e no sa i motivi che lo avrebbero portato a subire un’aggressione così brutale ma riferisce che da qualche tempo aveva cominciato a ricevere insulti anche a scuola, intimando a quelle persone di smetterla o avrebbe chiamato i carabinieri, anche se nessuna di queste persone sarebbe quella che lo scorso 4 ottobre lo ha pestato con tanto odio, violenza e rabbia, senza nemmeno dirgli una parola.

I carabinieri indagano per tentato omicidio e non hanno potuto contare sulle testimonianze di chi, quel giorno, era nel cortile della scuola o fuori al cancello. Mentre l’avvocato della famiglia di Emanuele, Sabrina Rondinelli, invita tutti coloro che sanno ad aiutarli ad ottenere giustizia, mamma Adele e papà Fabio sono distrutti ma combattivi. La mamma , in particolare, ha dichiarato, citando una frase di Borsellino : “Chi ha paura muore due volte, e io non ne ho, andrò in fondo a questa storia, a qualunque costo”.

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