E’ stato iscritto nel registro degli indagati Enrico Astero, ex fidanzato di Michela Murgia, la giovane trovata senza vita 30 anni fa nel canyon di Tuvixeddu, a Cagliari. La vicenda risale al febbraio del 1995, data in cui il corpo della giovane venne rinvenuta privo di vita all’interno del canyon artificiale di Tuvixeddu, la necropoli punica più grande del Mediterraneo.
La 16enne era scomparsa il giorno prima, quando era uscita di casa con i pantaloni del pigiama sotto i jeans, per incontrare qualcuno. Sul tavolo della cucina aveva lasciato un profumo e un rossetto. La prima ipotesi degli investigatori era stata che la ragazza si era tolta la vita, ma la famiglia non ci ha mai creduto. Michela venne vista viva per l’ultima volta da un testimone che la vide allontanarsi da casa mentre saliva su un’auto blu.
Da trent’anni, i familiari hanno fatto di tutto per trovare prove in grado di riaprire il caso e scoprire la verità sul decesso di Michela. Le sorelle Anna ed Elisabetta e il fratello Gioele hanno sempre pensato che la sorte della sorella fosse un mistero, un caso irrisolto che meritava di essere approfondito.
La famiglia ha presentato un’istanza per riaprire il caso nel 2024, ma la Procura di Cagliari respinse la richiesta. Una nuova istanza, presentata alcuni mesi fa dai legali Giulia Lai e Bachisio Mele, ha invece permesso di raggiungere l’obiettivo: nella nuova istanza era stata allegata la consulenza del medico legale Roberto Demontis, che attestava come le lesioni riscontrate sul corpo di Michela sarebbero compatibili con l’urto di un’auto, che esclude l’ipotesi che possa essersi tolta la vita.
A dare una svolta nelle indagini è stato il ritrovamento dei vestiti della ragazza, ancora sigillati e del tutto integri, in un magazzino dell’ospedale universitario di Cagliari, dove venne eseguita all’epoca l’autopsia sul corpo della ragazza. L’avviso di accertamenti tecnici non ripetibili riguardanti l’esame dei vestiti è stato notificato all’ex fidanzato, oggi 54enne, dal pm Guido Pani.