Caccia ai tre evasi dal carcere di Favignana

Favignana. Proprio come nell' immaginario collettivo e cinematografico: in tre, con delle lenzuola a mo' di fune, si sono lanciati sul muro di cinta e si sono calati. Fuga perfetta.

Caccia ai tre evasi dal carcere di Favignana

È caccia ai tre evasi, tra cui un ergastolano per omicidio, fuggiti dal nuovo carcere “Giuseppe Barraco”, dell’isola di Favignana, in provincia di Trapani, questa notte intorno alle 3. Attualmente, sono ospitati solo 46 detenuti, tutti al secondo piano del carcere: il primo piano non è ancora in funzione. 

Aggrappati alle lenzuola legate tra loro come nella più classica delle fughe da film o fumetti. Non si sono lasciati nulla alle spalle, se non il seghetto usato per le sbarre della loro cella. I tre detenuti sono tutti siciliani: l’ergastolano accusato di omicidio, e gli altri due per tentato omicidio a seguito di una rapina. Questi ultimi avrebbero finito di scontare la pena tra venti anni circa.

Potrebbero essere ormai sulla terra ferma, ma il mare agitato lascia supporre che i tre evasi siano ancora sull’isola: non ci sarebbero le condizioni per navigare con quella che sarebbe una piccola imbarcazione, e pare che non si siano imbarcati su nessun mezzo di linea.

A diffondere la notizia della fuga, la direzione dell’istituto penitenziario, che spiega anche che il penitenziario non ha vigilanza sul muro di cinta

Il sindacato della polizia penitenziaria – nel definire l’episodio gravissimo – ha reso noto che gli agenti di polizia penitenziaria, i carabinieri, la guardia di finanza, e la guardia costiera, sono impegnati ad ampio raggio, setacciando l’isola, nella caccia ai tre.

La nota specifica altresì i numeri sempre più crescenti delle evasioni dalle carceri italiane in questo ultimo anno. Ci sono state sei evasioni nei primi sei mesi dell’anno – una media di una al mese in pratica – e ben sessanta detenuti non hanno fatto rientro in carcere dopo permessi premio, e regimi di semi-libertà.

Il segretario generale del sindacato non perde occasione per sottolineare che “la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati“.

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