Cabiate, Marincat confessa: "Ho ucciso Sharon e non so il perchè"

Gabriel Robert Marincat ieri ha confessato in aula l'omicidio della piccola Sharon, la figlia di 18 mesi della sua convivente. L' assassino rischia ora l'ergastolo.

Cabiate, Marincat confessa: "Ho ucciso Sharon e non so il perchè"

Gabriel Robert Marincat, romeno 26enne, ieri ha confessato in aula l‘omicidio della piccola Sharon, la figlia di soli 18 mesi della convivente. Marincat l’avrebbe uccisa a colpi di botte, violentandola all’interno di un appartamento di Cabiate, nel Comasco. L’orco ha ammesso anche tutte le bugie dette in seguito per tentare di salvarsi. 

Il processo si sta svolgendo a porte chiuse in Corte d’Assise a Como e su du lui pende l’accusa di omicidio volontario aggravato e di violenza sessuale. In alcuni momenti il giovane ha dato l’impressione di volersi consegnare spontaneamente a una condanna all’ergastolo, dicendo: “Ero nervoso”, “Non so perchè l’ho uccisa”. 

La ricostruzione dell’omicidio di Sharon 

Tutto è iniziato all’ora di pranzo. Pare che Sharon avesse fatto dei piccoli capricci per il cibo e Marincat l’ha afferrata per la prima volta malamente, per poi sfrattonarla con rabbia, facendola piangere. Da quel momento la situazione è precipitata e lui ha dichiarato di non sapere cosa gli sia capitato. 

Nelle scorse settimane l’orco ha spedito una lettera di scuse, scritta di sua volontà, a Silvia Barni, madre della piccola. Tra una settimana si torna in aula per la requisitoria, l’arringa difensiva e per la condanna, in cui l’imputato rischia il carcere a vita. Ricordiamo che dal 18 maggio, prima di confessare di fronte al pm, Marincat aveva sempre ostinatamente ripetuto che la piccola era morta, tirandosi addosso una stufetta mentre giocava. 

Prima dell’avvio del processo per Marincat,era stato sentito il suo spacciatore, tra i testimoni della prima udienza. L’uomo aveva raccontato che, il giorno dell’omicidio, Marincat gli aveva confessato di aver combinato un guaio. Ora il 26enne rischia l‘ergastolo. Secondo il difensore di Marincat, le violenze ricevute dall’assassino da piccolo (botte continue e quasi quotidiane di un padre particolarmente violento),avrebbero giocato un ruolo decisivo nell’omicidio di Sharon, minando la sua incapacità di intendere e di volere. Secondo la Corte d’Assise, però, la perizia psichiatrica non è necessaria. 

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