Busto Arsizio: il "tassista di Dio" don Giuseppe Tedesco salva i bambini ucraini

Don Giuseppe Tedesco, della parrocchia San Giuseppe di Busto Arsizio, ha viaggiato fino in Polonia per mettere in salvo dalla guerra, in Italia, 6 bambini e 1 mamma con una neonata scappati dai bombardamenti.

Busto Arsizio: il "tassista di Dio" don Giuseppe Tedesco salva i bambini ucraini

L’impresa di don Giuseppe Tedesco è riuscita: andare a prendere al confine con la Polonia alcuni profughi ucraini con un pulmino, guidando per 20 ore senza sosta.

Nella notte, alle 4,30 a Busto Arsizio, sono arrivati don Giuseppe, alcuni volontari e i profughi ucraini, otto bambini e una mamma con la neonata di 18 giorni tra le braccia.

La ricostruzione della vicenda 

.Don Giuseppe Tedesco. della parrocchia di San Giuseppe, a Busto Arsizio, nel Varesotto, ha percorso quasi 3mila chilometri,viaggiando per 20 ore su un furgoncino. “Glielo avevo promesso”, aveva detto al telefono ai bambini. I ragazzi che ha salvato sono gli stessi che durante le vacanze di Natale sono venuti nella parrocchia di Don Tedesco Quando è scoppiata la guerra, senza pensarci due volte, è partito con direzione Lodz, città a Sud della Varsavia, dove lo attendevano i “suoi” ragazzi. Intervistato da Fanpage, al più grande dei ragazzi ho detto una sola frase: ‘Te l’avevo promesso e lui mi ha abbracciato'” A don Tedesco i suoi ragazzi dicevano: “Che faccio se scoppia la guerra? Vengo in Polonia poi vieni tu e mi prendi con te”. E così è stato. 

Don Giuseppe ha tenuto fede alla sua promessa, compiendo un’impresa che ha commosso l’intera comunità. “Ci siamo organizzati con i permessi in tempo record e siamo andati. Il viaggio è stato faticoso e lungo, non finiva mai, quasi tremila chilometri tra andata e ritorno. Devo dire che non avrei potuto fare nulla senza il sostegno di chi ci ha aiutato, venti ore di guida da solo sarebbero state troppe: grazie agli amici, alle autorità e a coloro che hanno pregato per noi”.

Il parroco, che tutti chiamano il tassista di Dio, ha aggiunto: “Quello che più mi ferisce è che siamo riusciti a portare a casa solo quattro degli undici bambini che sono stati qui durante l’estate. Ce ne sono ancora sette rimasti là, sotto le bombe. Non sarò sereno fino a quando non saranno tutti qui”. Adesso alcuni saranno ospitati in parrocchia e altri verranno portati alle famiglie. 

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