È ancora emergenza ambientale nelle campagne del Brindisino. Nella giornata di martedì 27 maggio, è stato scoperto un nuovo accumulo di carcasse d’auto abbandonate, cannibalizzate e in gran parte bruciate, nella zona rurale compresa tra Tuturano e Brindisi, lungo la strada comunale 56 per Paticchi, in località Fiume Grande.
Nascoste dalla fitta vegetazione e adagiate pericolosamente a ridosso di un canale, le carcasse sono state individuate grazie a un sopralluogo ambientale coordinato da operatori specializzati. Il sito, di fatto trasformato in un vero e proprio cimitero illegale di veicoli fuori uso, rappresentava un grave pericolo per l’ambiente e la sicurezza. Le scocche abbandonate potevano infatti inquinare suolo e falde acquifere, oltre a costituire un rischio per incendi e sversamenti.
Sul posto sono intervenuti i mezzi della ditta Tarantini, incaricata da Pissta (Pronto intervento sicurezza stradale tutela ambientale), per la rimozione dei rottami. Quest’ultima opera per conto del Comune di Brindisi nell’ambito del servizio di ripristino post incidente, che include anche la bonifica di aree contaminate da veicoli abbandonati — il tutto senza costi a carico dell’amministrazione pubblica.
Nel primo intervento sono state rimosse sei carcasse, mentre le restanti quattro saranno prelevate nei prossimi giorni. Le operazioni, rese complesse dall’ubicazione nascosta del sito e dalla vegetazione fitta, si sono svolte in sicurezza e con tutte le accortezze necessarie per evitare ulteriori danni ambientali.
Il caso segue di pochi giorni un altro ritrovamento simile avvenuto il 18 maggio nelle campagne di San Vito dei Normanni, dove erano state rinvenute e rimosse sei auto in condizioni analoghe. Una sequenza preoccupante che evidenzia un fenomeno in espansione: quello dell’abbandono illecito di veicoli ridotti a rottami, spesso bruciati per eliminare prove o per recuperare componenti rivendibili nel mercato nero.
Le autorità locali stanno intensificando i controlli e avviando collaborazioni intercomunali per monitorare le aree rurali, spesso prese di mira per la loro lontananza da centri abitati e la difficoltà di sorveglianza costante. Un richiamo importante alla responsabilità collettiva e alla necessità di segnalare tempestivamente movimenti sospetti o veicoli in stato di abbandono.