Brindisi, arrestato giudice che incassava soldi di giovani deceduti in incidenti

Operazione della Guardia di Finanza nella mattinata del 28 gennaio, fermate in totale sei persone. In carcere anche un noto imprenditore e un commercialista. Le indagini sono partite nel 2017, il giudice arrestato deve rispondere di associazione a delinquere.

Brindisi, arrestato giudice che incassava soldi di giovani deceduti in incidenti

Maxi operazione della Guardia di Finanza di Brindisi nella mattinata del 28 gennaio nei confronti di giudici del Tribunale di Brindisi, imprenditori e professionisti locali. In totale sono stati sei le persone fermate, tre di loro sono finite in carcere. Nella fattispecie i soggetti arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari.

L’inchiesta è partita nel 2017 quando una società con sede nella provincia di Brindisi chiese un concordato preventivo. A cominciare le indagini fu la stessa Procura del capoluogo di provincia adriatico, coordinata dal pm Raffaele Casto. Visto che nell’inchiesta erano coinvolti giudici del Tribunale di Brindisi il caso è passato, come da prassi, alla Procura di Potenza e finito nelle mani del pm capo Francesco Curcio.

Un ruolo centrale nel sodalizio sarebbe stato svolto dal giudice della Sezione Fallimentare del Tribunale brindisino, Gianmarco Galiano. Costui, secondo quanto trapela da fonti investigative, avrebbe addirittura incassato mazzette di denaro dai familiari di giovani deceduti nel corso di incidenti. Una di queste riguarda il decesso di una 23enne, mentre una causa riguarda un bambino nato con traumi permanenti per colpa medica. Nel primo caso il giudice avrebbe incassato una somma pari a 300.000 euro tramite un conto corrente intestato alla ex suocera. Nel secondo caso avrebbe invece incassato 150.000 euro. In totale sono 21 gli indagati nell’inchiesta.

Il giudice avrebbe potuto acquistare strutture ricettive

Contestualmente all’arresto del giudice Galiano, la Procura potentina ha provveduto a sequestrare la somma di 1,2 milioni di euro. Secondo l’accusa, con questi soldi il giudice avrebbe potuto acquistare una masseria, e gestire sia imprese agricole e agrituristiche. Con il denaro ricavato avrebbe anche potuto acquistare un bed and breakfast. Denaro sporco, quindi, che poteva essere riciclato in tali attività. Le indagini sono proseguite anche negli uffici dei professionisti finiti al centro dell’inchiesta, che sono stati perquisiti a dovere

In carcere sono finiti anche l’imprenditore Massimo Bianco, amministratore delegato di una nota ditta della provincia di Brindisi che produce surgelati e il commercialista Oreste Pepe Milizia. Ai domiciliari sono finiti l’avvocatessa Federica Spina, l’imprenditore Francesco Bianco e la presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Brindisi, Annalisa Formosi. 

Il Consiglio di Amministrazione della ditta in cui prestava servizio Bianco ha emanato un comunicato stampa nelle scorse ore, in cui informa che l’attività dell’azienda proseguirà normalmente. L’azienda, quindi, “esprime piena e convinta fiducia dell’assoluta estraneità dello stesso dott. Bianco ai fatti in corso di indagine che, comunque, risultano non interessare l’operato della Società” – questa la nota dell’azienda, di cui preferiamo omettere il nome per motivi di privacy.

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