Brindisi, accusato di tentata concussione: ex assessore comunale rischia oltre 4 anni di reclusione

Si tratta di Raffaele Iaia, che secondo l'accusa avrebbe fatto pressioni affinché una imprenditrice utilizzasse il servizio di vigilanza di una specifica agenzia durante una fiera natalizia nel 2013. L'indagato però riferisce di aver agito correttamente.

Brindisi, accusato di tentata concussione: ex assessore comunale rischia oltre 4 anni di reclusione

Rischia 4 anni e mezzo di reclusione l’ex assessore del Comune di Brindisi, Raffaele Iaia, in quanto indagato per il reato di tentata concussione. Secondo quanto riferiscono i media locali, la vicenda ebbe inizio nel 2013, allorquando una imprenditrice del posto denunciò delle preunte irregolarità durante la fiera natalizia “Capitale 43”. In quell’occasione, secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’ex assessore avrebbe fatto pressioni affinché fosse la società di vigilanza Ipi ad occuparsi del servizio d’ordine. In quel caso la donna rifiutò, facendo partire la segnalazione alla Questura. 

L’indagine è poi finita in Procura, che nelle scorse ore ha chiesto 4 anni e sei mesi di reclusione nei confronti dell’ex assessore. L’imprenditrice si è costituita parte civile nel processo penale a carico dell’indagato, chiedendo anche a quest’ultimo 100.000 euro come richiesta di danno. L’imprenditrice sostiene che dopo il suo rifiuto, Iaia le avrebbe inviato controlli di ogni tipo da parte delle forze dell’ordine e della Polizia Municipale. Ci sarebbero stati anche atti intimidatori posti in essere dall’indagato anche nei confronti dei collaboratori della donna. 

L’ex assessore respinge le accuse

D’altro canto l’ex assessore Iaia respinge categoricamente tutte le accuse mosse a suo carico, e agli inquirenti ha dichiarato di aver agito correttamente. Attualmente Raffaele Iaia ricopre il ruolo di segretario cittadino di Puglia Popolare, e da sempre rivendica la sua innocenza, respingendo al mittente tutte le accuse. 

Il mese dopo la denuncia da parte dell’imprenditrice, Iaia fu raggiunto da un decreto di perquisizione e sequestro emanato dalla Procura di Brindisi, con conseguente avviso di garanzia da parte degli agenti della Digos. Gli inquirenti avrebbero prelevato, in quell’occasione, materiale utile alle indagini sia negli uffici dell’agenzia Ipi, che in quelli dell’assessorato e presso un ufficio della Regione Puglia, lì dove l’indagato prestava servizio all’epoca dei fatti. 

Sulla vicenda se ne saprà sicuramente di più nelle prossime ore, o al massimo nei prossimi giorni. Non è escluso che l’indagato venga sentito a breve dall’Autorità Giudiziaria per chiarire ulteriormente i gravi fatti di cui è accusato. L’agenzia di vigilanza Ipi sarebbe stata intestata ad alcuni familiari di Iaia, che però, è bene precisarlo, non sono coinvolti nell’inchiesta.

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