Brescia, figli ritrattano le accuse contro padre dopo 15 anni

Gabriele, il figlio maggiore, dichiara: "Nostra madre ci spinse a mentire". Il giovane aveva già scritto la sua verità su un memoriale mentre era in comunità, ma nessuno si preoccupò di rivelarne il contenuto.

Brescia, figli ritrattano le accuse contro padre dopo 15 anni

Un uomo che ad oggi si trova ancora in carcere per scontare la pena inflittagli per abusi sui figli adesso ha la possibilità di dimostrare che erano tutte menzogne. A testimoniare sulla sua innocenza i due figli, Michele e Gabriele, che oggi hanno 21 e 24 anni e il memoriale scritto da quest’ultimo mentre si trovava nella comunità che lo ha accolto dopo la tragedia.

Ecco le parole di Gabriele: “Nostra madre voleva la separazione e ci spinse a mentire“. E’ solo  uno dei passaggi del diario scritto dal ragazzo che confessa che gli abusi denunciati da lui e dal fratellino nei confronti del padre erano solo menzogne. Il diario è stato scritto nel 2009 e fu consegnato agli educatori di una comunità del Bresciano dove alloggiava il giovane ma nessuno si prese la briga di rivelare la verità. Il padre dei ragazzi fu condannato a 9 anni e 2 mesi.

Adesso che sono entrambi adulti e possono decidere cosa fare, i figli ritrattano e chiedono la revisione del processo. E Gabriele dice: “Quello che avevamo detto io e mio fratello erano tutte invenzioni dettate da quello che mia madre ci diceva. Lei voleva allontanare mio padre e ci faceva dire che nostro padre abusava di noi. Agli atti ci sono solo le dichiarazioni di due bambini e nessun’altra prova contro mio padre. Nessuno ci ha mai chiesto di raccontare la nostra verità”.

Quando accaddero i fatti, Gabriele aveva 12 anni mentre Michele aveva 9 anni. In vista della nuova verità emersa l’avvocato del padre dei due ragazzi, il bresciano Massimiliano Battagliola, ha definito clamorosa la ritrattazione dei due figli a distanza di 15 anni. Il legale ha precisato che questa è oggi una nuova prova e anche il memoriale ritrovato è un elemento nuovo: per questo motivo il legale ha chiesto alla Corte d’Appello di Roma la revisione del processo, così da accertare finalmente la verità e scagionare un uomo che non ha commesso reato.

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