Sta facendo scalpore il messaggio audio inviato dalla direttrice di un punto vendita MD del comune di Brandizzo, in provincia di Torino, nel quale, in pratica, si vieta alle dipendenti di lasciare momentaneamente il posto di lavoro per andare in bagno.
Il messaggio, della durata di 3 minuti e mezzo, con toni volgari e sessisti, in particolare nei confronti delle 23 donne (su 26 dipendenti) del punto vendita, mette in risalto un clima di difficoltà gestionale del personale a cui sarebbe addirittura vietato andare in bagno, salvo in casi di estrema urgenza. Parole che hanno indignato le rappresentanze sindacali, che hanno denunciato un clima di pressione psicologica nei confronti delle lavoratrici, già segnalato più volte all’azienda che, dal suo canto ha minimizzato queste segnalazioni non rispondendo alle richieste di incontro dei sindacati. Solo dopo la diffusione dell’audio, MD ha preso le distanze dal comportamento della direttrice, Luana Perna, sospendendola provvisoriamente dal servizio.
Il messaggio audio della direttrice: “In bagno non si va più!”
Nell’audio la direttrice dichiara di essere stufa delle sue dipendenti e, utilizzando diverse parolacce, chiarisce che per la questione bagno: “tranne che non vi state facendo la pipì addosso, avete il ciclo o vi state c***ndo addosso, in bagno non si va più!”. La donna, inoltre, stabilisce nuove regole sui turni: “esigo che iniziate il turno 10 minuti prima”, preannunciando una contestazione formale a chi non rispetterà questa regola.
“Il punto vendita è ingestibile”, è questa la motivazione che spinge la direttrice ad usare questi toni duri del tipo “mi sono rotta i co****ni, vi pi***ate addosso. Voi in bagno non ci andate più!”. La donna, visibilmente nervosa, invita le sue dipendenti a sottomettersi alle sue regole o a chiedere il trasferimento.
La direttrice, convocata dai vertici dell’azienda, avrebbe ammesso di aver fatto una sciocchezza frutto di un momento di nervosismo, e ha provato a scusarsi. Indignata la sindaca di Brandizzo, Monica Durante, che ha contattato i sindacati per approfondire i fatti che ritiene, qualora confermati, “gravissimi che ledono i diritti e la dignità delle lavoratrici”.