Erika Muratori, 23 anni, vive a Bologna è tirocinante presso un asilo nido: non ha la patente e utilizza i servizi pubblici per ogni spostamento. In questi ultimi tre anni il costo dell’abbonamento per il bus è lievitato tanto da triplicare, la spesa da sostenere, visto il basso stipendio che percepisce, è onerosa. Erika è disabile, costretta su una carrozzina fin da piccola, non ha altre alternative.
A Bologna il trasporto pubblico è gestito da TPER – Trasporto Pubblico Emilia Romagna – azienda partecipata da Comune, Regione e Città Metropolitana: decidono percorsi, agevolazioni e tariffe. Nel 2016 il Comune di Bologna ha stanziato 765 abbonamenti gratuiti per i richiedenti asilo nei centri di accoglienza, per una spesa annua di 112.557 euro; l’anno precedente la cifra sostenuta è stata di 91.452 euro più 30.000 per altre agevolazioni su ulteriori tipologie di abbonamento.
Erika nel 2014 spendeva 75 euro l’anno per l’abbonamento annuale, nel 2015 la cifra è salita a 95 euro, 2016 ha sborzato 216 euro: la ragazza spiega che non può rinunciare al bus per recarsi al lavoro, non ha altre alternative e sottolinea che, il rincaro esoso, non ha comportato miglior efficienza nel servizio. Erika, nel sua condizione di disabile, non può usufruitre di tutti i mezzi: deve telefonare tre giorni prima per ottenere il bus con pedana, segnalando partenza, arrivo e orari.
La Regione Emilia Romagna, in tandem con le autonomie locali e i sindacati, ha modificato i parametri per le categorie protette: per ottenere le agevolazioni è stato introdotto l’Isee come riferimento, al posto del reddito lavorativo. Per alcuni disabili tale situazione ha portato ad un aumento considerevole, vivendo spesso con i genitori, la casa, se di proprietà dei familiari, fa cumulo nel patrimonio immobiliare: taglio netto delle agevolazioni mascherato con una riforma.
L’assessore alle politiche sociali dell’Ente ha spiegato che tali modifiche sono state introdotte per il profondo cambiamento demografico e sociale dell’Emilia Romagna che ha comportato un allargamento dei beneficiari.
Giuseppe Marchetti, dell’associazione “L’Officina di sostegno”, sentenzia che TPRE con le sue politiche penalizza le persone con difficoltà motorie.