Bologna, feste con droga e ragazze minorenni

Un nuovo caso di festini a base di droga e sesso con minorenni scuote la città di Bologna. Indagate 15 persone tra cui avvocati, professori ed imprenditori facoltosi.

Bologna, feste con droga e ragazze minorenni

A Bologna si indaga per alcuni Party stellari, fiumi di droghe, con la presenza di ragazze minorenni che sono state spinte a prostituirsi. Queste le accuse ipotizzate nell’inchiesta che compromette anche rampolli della Bologna bene.

Cinque sono gli indagati fino ad ora, i reati ipotizzati sono tanti tra cui quello di spaccio di droga e induzione alla prostituzione minorile. Sembra che la droga fosse la merce di scambio per ottenere rapporti sessuali. I carabinieri si sono presentati in alcuni abitazioni della città alla ricerca di prove ed a tale scopo hanno sequestrato smartphone, computer e chiavette Usb.

Qualche mese fa due delle presunte vittime si sono sentite male finendo in ospedale. La madre di una delle due ragazze ha allertato le forze dell’ordine non avendo chiara la situazione. I militari, trovandole fondate, hanno iniziato a indagare sul cerchio delle sue amicizie e relazioni, mettendo anche alcuni telefoni sotto controllo. L’esame degli smartphone e degli altri dispositivi elettronici sarà fondamentale per capire dalle chat ed email scambiate se siano coinvolte altre vittime che, ancora non trovato il coraggio di denunciare.

I carabinieri della compagnia di Bologna Centro stanno investigando per comprendere se dietro allo spaccio per le feste ci sia un più grande giro di droga o altri crimini. La gente del luogo si chiede cosa stia succedendo e perché questa indagine giunge dopo quella ribattezzata “Villa Inferno”. Il pm Stefano Dambruoso ha chiesto per i 15 indagati il rinvio a giudizio con accuse, a vario titolo, di induzione alla prostituzione minorile, spaccio, tentata truffa aggravata, produzione e divulgazione di pornografia minorile. La prima ragazza a denunciare era stata coinvolta nei party, all’epoca, aveva 17 anni.

Fra gli indagati ci sono perfino avvocati, imprenditori, parrucchieri, il socio di un bar alla moda e un politico locale. questa la dichiarazione del procuratore capo Giuseppe Amato: “Questo tipo di indagini si conducono in tutte le città e non credo che Bologna rappresenti un caso particolare. Semmai il ripetersi di questi fascicoli dimostra quanta attenzione riservino gli inquirenti verso la repressione di reati simili”.

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