Bologna, delitto Chiara Gualzetti: l’assassino aveva già provato ad ucciderla

Continuano ad emergere particolari raccapriccianti circa il delitto della ragazza di 15 anni assassinata domenica scorsa a Monteveglio, località situata nel comune di Valsamoggia (Bologna). Il killer ha confessato di non averla uccisa perchè c'era gente.

Bologna, delitto Chiara Gualzetti: l’assassino aveva già provato ad ucciderla

Si fa sempre più raccapricciante la vicenda circa il delitto di Chiara Gualzetti, la ragazza 15enne brutalmente assassinata domenica scorsa in località Monteveglio, a Valsamoggia, nel bolognese. La giovanissima è stata assassinata da un suo coetaneo, un 16enne, reo confesso del delitto. L’autorità giudiziaria lo ha fermato nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del cadavere di Chiara, avvenuto nella giornata di lunedì. Da subito i sospetti sono caduti su di lui, anche perché era stato l’ultimo a vedere la Gualzetti. La ragazza è stata trovata con numerose lesioni da taglio su tutto il corpo, segno che doveva essere stata colpita a morte da qualcuno. In queste ore il giovanissimo killer ha rilasciato altre dichiarazioni ai magistrati. 

Alcuni giorni prima volevo ucciderla, ma assieme a noi c’erano altri ragazzi e ho dovuto rinviare” – così ha spiegato l’assassino di Chiara agli inquirenti. Secondo chi indaga, il 16enne ha agito con consapevolezza e con una “ferocia disumana”. Durante l’interrogatorio di convalida del fermo non ha accennato nessun segno di pentimento, anzi ha aggiunto via via sempre più dettagli. Macabri, raccapriccianti, da film dell’orrore. Dettagli che hanno sconcertato anche gli investigatori. Il giovane si trova attualmente rinchiuso nel carcere minorile del Pratello

Il demone Samael

Più volte, nel corso delle sue confessioni rese agli inquirenti, il 16enne ha parlato di Samael, un demone che lo avrebbe convinto poi anche ad uccidere Chiara. Il 16enne ha dichiarato di aver sentito delle “voci”. Il ragazzo ha affermato che il demone sia molto simile a quello che compare nella serie tv Netflix “Lucifer”, un essere “di fuoco” così la ha descritto. Il killer ha riferito anche di aver visto personalmente questa figura demoniaca. 

Per il ragazzo, al momento, la misura cautelare in carcere resta necessaria, in quanto c’è la possibilità che il giovane possa reiterare i reati per cui è accusato su altre persone. Il gip del Tribunale per i Minorenni di Bologna scrive che il giovane non ha avuto freni inibitori nel compiere il delitto e non ha mostrato nessun segno di resipiscenza, come dimostrerebbero alcuni messagi inviati ad un’amica subito dopo aver commesso il crimine. 

Il 16enne pare fosse anche seguito da tempo da uno psicologo, il quale dopo tre visiste aveva consigliato ai genitori di farlo vedere da uno psichiatra. “Adesso possiamo scegliere se fare il Riesame o ricorrere in Cassazione, stiamo valutando. È possibile andare in Cassazione sia per la convalida del fermo che per la misura, oppure è possibile rivolgersi al Riesame solo per la misura” – così ha dichiarato all’Adnkronos Tanja Fonzari, legale del ragazzo. 

Continua a leggere su Fidelity News