Blitz antidroga a Scampia: arrestato attore di Gomorra

Ennesima azione antidroga in una piazza di spaccio a Scampia. Tra gli arrestati c'è Salvatore Russo, aveva recitato nel film Gomorra di Matteo Garrone

Blitz antidroga a Scampia: arrestato attore di Gomorra

I militari dell’arma dei Carabinieri hanno effettuato l’ennesimo blitz antidroga in una delle tante piazze di spaccio a Scampia. Sono 9 in totale gli arrestati, tra questi Salvatore Russo che ha recitato nel film Gomorra del 2008 diretto da Matteo Garrone.

Salvatore Russo interpretava un criminale che metteva alla prova il coraggio dei ragazzi che aspiravano a diventare dei camorristi facendogli indossare un giubbotto antiproiettile per poi sparargli. Secondo le indagini, l’uomo gestiva, insieme ad altre due persone, una piazza di spaccio nelle “Case dei Puffi” per il gruppo Vanella Grassi.

E’ il settimo attore ad essere stato arrestato dal 2012 ad oggi. Infatti, altri – tra comparse, attori e cast – sono stati arrestati nel corso di questi anni. Il primo ad essere tratto in arresto fu proprio uno dei ragazzi che Russo testava nel film. Lo seguirono due comparse, arrestate rispettivamente per spaccio ed estorsione. Venne arrestato anche Giovanni Venosa, legato al clan dei casalesi, e Bernardino Terracciano condannato all’ergastolo.

Il gruppo di criminali gestiva una delle tante piazze di spaccio di Scampia, nella zona delle abitazioni popolari conosciuta come Case dei Puffi. I carabinieri hanno condotto in carcere quattro persone, altri tre agli arresti domiciliari. Nel registro degli indagati sono finite anche due donne, le quali non sono state arrestate, ma avranno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.

Un anno di indagini, tra il 2016 e il 2017, per ricostruire la struttura criminale che acquistava e smerciava chili e chili di eroina e cocaina ogni giorno. La banda, guidata dagli arrestati, assoldava spacciatori, corrieri e anche persone con il solo compito di custodire la droga. Inoltre, i pregiudicati indicavano prezzo, come e quando doveva essere venduta la droga, e si facevano carico economicamente delle famiglie degli arrestati garantendo loro uno “stipendio” che sostenesse le spese della famiglia. La banda era legata al gruppo Vanella Grassi.

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